Cronache dalla sala – “Avatar”
Il kolossal è servito.
Non c’è che dire, James Cameron questa volta l’ha fatta grossa. Finalmente un grande kolossal, uno di quelli veri che ti fanno dimenticare le saghe degli “Harry Potter”, dei “Transformer”, dei “Twilight” e dei “Matrix”. Con “Avatar” si ritorna un po’ ai vecchi tempi quando uscivano film come “Balla coi lupi”, “Titanic”, “Spiderman” o la saga de “Il signore degli anelli”; autentici spartiacque tra il vecchio e il nuovo, tra il già visto e la next-generation. Stiamo parlando di cinema commerciale, ovviamente, di prodotti ideati in larga scala, di quel cinema di massa che grazie alle innovazioni e agli investimenti entra di prepotenza nella memoria popolare.
Da questo punto di vista l’affascinante “Avatar” non si fa mancare nulla. Assolutamente imperdibile, soprattutto in 3D, il mondo ricreato da James Cameron è passione, voglia di strabiliare e di rimettersi in gioco con un progetto ambizioso e rischioso. A poco vale criticare una trama scontata e dagli esiti certi, la forza del regista di Terminator 2 sta nel ridefinire un linguaggio perfettamente adattato al cinema digitale e alla terza dimensione, di saper mettere in campo oltre a nuove strabilianti tecnologie, anche il senso del divino, la filosofia, il futuro e i confini dell’umano e della scienza.
L’incantesimo funziona, James Cameron che ha atteso 12 anni per la realizzazione di questo film e ha investito circa 500 milioni di dollari, alza l’asticella del genere di fantascienza e non solo. Ambientato su quel lussureggiante e commovente pianeta Pandora, una Terra ancestrale che abbiamo perduto e distrutto, Cameron con la sua straordinaria purezza narrativa ci racconta una favola dalle atmosfere uniche, dove trionfa la visionarietà (nei toni accesi del blu, del viola e del rosa) e il fascino per il popolo umanoide dei Na’vi: alte creature blu dagli occhi dorati: gente pacifica, almeno finchè non scopre che l’obiettivo degli umani – che non possono respirare l’aria del pianeta e quindi hanno creato degli ibridi genetici, gli Avatar appunto, controllati a distanza dalle menti degli “originali” – è di sfruttare le risorse di casa loro.
Inforcate gli occhialini polarizzati e preparatevi al grande viaggio… il visionario kolossal è servito!
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data: 16/01/2010