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Cronache dalla sala – Ultimatum alla terra

La fantascienza riveduta e corrotta.

L’ibrido siliconoide è tornato! Il grande totem è sceso sulla terra! Nell’ultimo (ennesimo?) remake americano di Ultimatum alla Terra, un classico della fantascienza anni ‘50, il regista Scott Derrickson mette in campo tanto digitale, tante facce da telefilm e soprattutto tante brutte idee…

Non siamo nuovi ai brutti remake di fantascienza, ci aveva provato Oliver Hirschbiegel la scorsa stagione con Invasion a omaggiare quel grande classico chiamato L’invasione degli ultracorpi ma il risultato del film interpretato da Nicole Kidman e Daniel Craig fu una colossale delusione.

In questo nuovo rifacimento prodotto dalla 20th Century Fox e in uscita da poco nelle sale, gli inconsistenti e spaesati protagonisti Keanu Reeves e Jennifer Connelly fanno i conti con una società americana impaurita e guerrafondaia.
Mentre il primo è un alieno pieno di conoscenza, di potere e di tanti misteriosi propositi, la seconda è una tenace e appassionata scienziata che si ritrova a fare i conti con il futuro della propria specie.

Sulla carta le idee non mancano, il problema è come vengono esposte.
Negli anni ‘50 la paura americana si chiamava comunismo e veniva raccontata da appassionati autori che attraverso la raffigurazione di stralunati alieni e improbabili astronavi cercavano di esorcizzare l’oscuro mostro sovietico; oggi le angosce dell’America si chiamano terrorismo, ambiente e violenza ma purtroppo vengono raccontate da generici ed impersonali autori che firmano grigie sceneggiature vuote di cinema.

Più che un bel film di fantascienza, questo Ultimatum alla terra ci sembra un brutto film catastrofico, più che un remake di un grande classico ci sembra l’ennesimo pretesto per impossessarsi di un titolo e farne una zuppa condita di effetti digitali e di brutti personaggi.

data: 15/12/2008