dal 1999 testimone di un’evoluzione

Barravento

(Rarovideo)

DATI TECNICI: 1.37:1 – DD 1.0 (por) 

“L’arte è dura come l’amore e non è solo talento, ma soprattutto coraggio”.
Glauber Rocha è un nome, seppur poco conosciuto alle masse, che ha significato molto per l’evoluzione della settima arte. Grazie a questo cofanetto che Rarovideo ha da poco immesso sul mercato, composto da quattro lungometraggi: “Barravento”, “Il dio nero e il diavolo biondo”, “Terra in trance” e “Antonio Das Mortes”, possiamo scoprire uno dei fondatori del “Cinema Nôvo” brasiliano che grazie a queste opere ha influenzato il cinema di tutto il mondo e soprattutto grandi registi come Werner Herzog, Martin Scorsese, Bernardo Bertolucci e Jonathan Demme. Così come per i grandi registi francesi, conosciuti prima come critici dei Cahiers du Cinema, anche la carriera cinematografica e cinefila di Rocha è nata proprio come la loro; fin da giovanissimo scriveva su “O Momento” ed è da lì che prese vita una pagina memorabile del cinema mondiale, sospeso tra realismo documentaristico, dramma nazionale e atmosfere mistiche e surreali. “Ne “Il dio nero e il diavolo biondo” percorriamo il sertaô, quel Nordest brasiliano poverissimo e disperato, attraverso l’incontro dei protagonisti con due delle sue anime più nere, un santone fanatico e un violentissimo bandito. In “Antonio Das Mortes” sembra ancora di stare in un Sergio Leone disegnato da Diego Rivera, a differenza di “Terra in trance”, bianco e nero che è profondamente più rigoroso e politico, ma altrettanto espressionista e rutilante. Qui dove non arriva il colore, ci pensa la musica, il rumore, l’enfasi attoriale, perché quello di Glauber è un cinema totale, che attacca tutti i sensi umani e ti prende al cervello e allo stomaco. Senza mezze misure. A chiudere il poker il secondo film di questo genio, quello che prese in corsa e trasformò, diventando consapevole della sua arte, “Barravento”, del 1961. Qui prenderà coscienza politica e creativa dei suoi mezzi e dei suoi talenti, qui troveremo per la prima volta il suo impeto visionario e poetico. Qui capiamo che siamo di fronte a un punto di non ritorno. Per il cinema brasiliano e mondiale.”

Boris Sollazzo dal libretto interno.

Il cofanetto si presenta in maniera impeccabile: box trasparente che comprende i 4 dischi (notare la finezza grafica di ogni disco con un colore diverso) ed un bellissimo libretto ad opera del giornalista e critico Boris Sollazzo contenente una miniera di documenti storici e curiosità decisamente da brividi! Nel fronte della fascetta notiamo una dicitura “Collection Vol. 1” il che significa molto probabilmente che Rarovideo sta preparando anche un secondo cofanetto con altre opere del regista.

1.37:1 – DD 1.0 (por)

Film d’esordio del 1962, viene riversato con il master video originale nel suo formato originale 1.37:1. La resa è più che buona nonostante qualche sporadico graffio e sporco durante la riproduzione. Molto valido grazie ad un’ottima definizione e ad un calibrato bilanciamento dei grigi. Audio – solo in versione portoghese – più che buono (non è mai stato doppiato in italiano, per fortuna!). Presente nel disco anche il cortometraggio documentario “Maranhão 66” del 1966.

VOTO:    4   

data pubblicazione: 02/2015