dal 1999 testimone di un’evoluzione

Creed III

Quattro edizioni da Warner Bros.

“È il cuore che è importante, non i muscoli. Questo l’insegnamento – semplice quanto efficace – trasmesso dal Mickey di Burgess Meredith a Rocky e che ne attraversa tutta la saga. Ed è questo stesso insegnamento che Rocky trasmetteva a Creed, allenandolo nei primi due capitoli. Il cuore, ovvero il coraggio, che con cuore condivide la stessa radice. Sapere per cosa si combatte dà coraggio. La vittoria o la sconfitta dipendono da questo. E il cuore, il coraggio, rendono un pugile non solo vincente contro ogni pronostico, ma anche degno di essere ricordato. Se il primo Creed (2015) ricalcava il primo Rocky (1976), con l’eroe venuto dalla strada in cerca di un posto al sole, di un riconoscimento del proprio nome, della propria identità, Creed II (2018) si riallacciava al quarto della saga capostipite (1985) – il più famigerato, come ben noto, ma anche uno dei più amati dal pubblico ancora oggi – mettendo in campo una sorta di tragedia greca di vendette ed espiazioni, in cui venivano infine al pettine i nodi padre-figlio, laddove i padri erano defunti ma ingombranti (Apollo Creed) o viceversa vivi ma sconfitti (Ivan Drago). Creed III affronta invece il tema, anche questo non nuovo, della nemesi, dell’avversario a sua volta venuto dalla strada, ma che si presenta come un doppelgänger, un doppio oscuro e malvagio: “Diamond” Dame Anderson (Jonathan Majors). Il quale, selvaggio e incattivito, irrispettoso di ogni regola o morale, si presenta nella vita del Nostro proprio quando questi, ormai ricco e famoso, senza più la “fame” di un tempo (altro ingrediente fondamentale delle due saghe e della mitologia dei film pugilistici in generale), è divenuto soft, si è indebolito, ed è ora una preda virtualmente facile per lo sfidante. Un tema che si è già visto incarnato nel Mr. T di Rocky III (1982) nonché – per la parte riguardante l’ingratitudine del “parvenu” e l’abbaglio preso dal protagonista – nel Tommy Gunn di Rocky V (1990). Perciò, se Creed III è anche il primo della trilogia spin-off a non vedere più la presenza di Sylvester Stallone se non come co-produttore (e non più come interprete e, nel caso del secondo capitolo, anche co-sceneggiatore), è anche vero che quello che può sembrare, sulla carta, un tentativo di emancipazione, di camminare con le proprie gambe e tirare i propri pugni cercando di uscire dall’ombra ingombrante del padre (Rocky Balboa qui non viene mai nominato), si rivela una volta di più una rielaborazione di temi e tipologie di personaggi già viste in passato.” Estratto della recensione di Vittorio Renzi per Quinlan.it.

Warner Bros. ha da poco pubblicato in Italia tre edizioni per l’ultimo capitolo della saga di Creed: DVD, Blu-Ray, 4K UHD + Blu-Ray e l’immancabile 4K UHD + Blu-Ray in versione Steelbook. Noi abbiamo testato la versione Blu-ray standard, che presenta una qualità tecnica, ça va sans dire, ottima sotto ogni aspetto. Sono presenti anche alcuni filmati di approfondimento e alcune scene eliminate.

data: 19/06/2023