dal 1999 testimone di un’evoluzione

Cronache dalla sala – “Paranormal Activity”

La bufala perfetta.

“Venghino signori venghino! L’indescrivibile attrazione è finalmente pronta… la più terrorizzante, la più angosciante, la più spaventosa e la più allucinante è finalmente tra noi! Direttamente dall’America l’esperienza metafisica che cambierà la vostra vita!”

Come un vero e proprio circo moderno il cinema si muove senza sosta per portare attraverso la propria fitta rete distributiva nuovi fenomeni da baraccone. Spesso non c’è nulla di realmente originale, ma il marketing moderno che si applica su questi presunti nuovi prodotti, ha l’astuta capacità di riuscire a costruire delle vere e proprie verginità.

Di questo “Paranormal Activity” per mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori; attraverso una pubblicità martellante e virale di dichiarazioni solenni come “il film che ha terrorizzato Steven Spielberg”, una rete Internet infestata di anticipazioni e teaser, social network usati come base di lancio per invogliare i più giovani e un rush finale tutto giocato sui continui e insistenti passaggi televisivi questo nuovo fenomeno cinematografico, da soli 15.000 milioni di dollari, è stato venduto come il definitivo film horror della svolta.

In realtà questo “Blair Witch Project” da camera (da letto), un po’ come il suo poco illustre predecessore, è una vera e propria “bufala perfetta”.

“Bufala” perché il film in questione girato dal quarantenne regista israeliano Oren Peli non aggiunge assolutamente nulla di nuovo a quell’insostenibile genere di cinema che usa la telecamera senza operatore (“Rec” o “Cloverfield” per esempio), “perfetta” perché i risultati al botteghino stanno già dando ampiamente ragione alla panna splendidamente montata da Filmauro che per il lancio italiano lo ha stampato in ben 350 copie.

Ancora una volta l’apparenza vince sulla sostanza, ancora una volta questi poveri teenager senza più santi né eroi si accodano passivamente al pifferaio magico di turno…

data: 07/02/2010