dal 1999 testimone di un’evoluzione

Femme Fatale (2)

(Mustang)

DATI TECNICI: 16:9/ltbx 1.85:1 – DD 5.1 (ita, ing)

“Femme fatale ha un titolo talmente paradigmatico da risultare quasi una dichiarazione d’intenti. Pur facendo infatti parte dell’ideale «ciclo hitchcockiano» di Brian De Palma, il film amplia il raggio d’azione teorico del regista di Vestito per uccidere [1980] ad un intero genere: il noir. La cosiddetta femme fatale è stata, difatti, uno dei topoi del nero cinematografico, americano e non. Donne corrotte, marce dentro: vedove nere – per riprendere il titolo di un grande omaggio al noir classico ad opera di Bob Rafelson – disposte a tutto pur di intrappolare ignari (e, diciamolo, un po’ rimbambiti) uomini nella propria tela. Hollywood, tra gli anni Quaranta e i Sessanta, ha sfornato un vero e proprio “campionario” di queste donne fatali. «Barbara Stanwych, Joan Crawford, Rita Hayworth, Lana Turner, Veronica Lake: sono queste alcune interpreti delle più temibili dark lady della storia del cinema, manipolatrici di uomini caduti nella trappola della seduzione. Il loro obiettivo è spesso la ricchezza che intendono gestire personalmente per liberarsi da una condizione frustrante […].» Non è da meno Laure Ash/Lily, l’astuta macchinatrice di Femme fatale interpretata dalla sensualissima fotomodella e attrice Rebecca Romijn. Intorno alla sua sfuggente e contraddittoria figura – puntualmente sdoppiata da De Palma in due identità: Laure e Lily, per l’appunto –, si sviluppa l’intero plot di uno dei film più dichiaratamente teorici e autoreferenziali del regista del New Jersey. In Femme fatale, alla bella Laure viene data una seconda chance per rifarsi una nuova vita. Ma, come in ogni noir che si rispetti, l’«ombra del passato» l’attende dietro l’angolo. Si può provar a fuggire fino all’altro capo dell’Oceano, cambiare la propria identità, ma il destino è sempre alle spalle. Lo scoprirà presto anche Laure, che, dopo uno spettacolare furto di gioielli durante una prima cinematografica al Festival di Cannes, scappa con il bottino lasciando a bocca asciutta i propri complici. Dapprima inseguita, riesce in maniera fortuita a far perdere le proprie tracce negli Stati Uniti. Lì inizia una nuova vita come moglie di un ricco ambasciatore. Ma il passato – “aiutato” del paparazzo Nicolas Brando (Antonio Banderas) – è pronto a bussare alla sua porta.” Incipit del bellissimo articolo ad opera di Nicolò Vigna pubblicato sul website Specchio Scuro, qui per leggerlo integralmente.

Nuova edizione Mustang ma in realtà è la ristampa integrale dalla precedente edizione, pubblicata nel lontano 2003 da Medusa. Non cambia assolutamente nulla, nemmeno l’introduzione del dvd che è rimasta quella della Medusa Video. Seppur sia un DVD datato la qualità d’insieme è valida, abbiamo notato solamente una definizione del quadro leggermente impastato e la profondità dei neri in alcuni passaggi un po’ difficoltosa. Di gran lunga superiore la traccia audio originale, molto più definita, con una migliore separazione dei canali ed un accurato utilizzo delle basse frequenze. Sono presenti alcuni extra come un breve speciale (5’), un backstage (14’), interviste agli attori protagonisti ed al regista oltre ai due trailer, italiano ed originale. Grafica della fascetta poco curata. Si sperava in una nuova edizione magari con un master recente ad alta definizione… sarà per la prossima volta…

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VOTO:    3   

data pubblicazione: 05/2022