dal 1999 testimone di un’evoluzione

Il mestiere delle armi – Li ultimi fatti d’arme dello illustrissimo Signor Joanni da le Bande Nere

(San Paolo)

DATI TECNICI: 16:9/ltbx 1.85:1 – DD 5.1 (ita)

Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi: un film certamente difficile, con una struttura narrativa complessa, ma di sicuro un film che appaga, accresce e, se si è disposti, coinvolge in maniera profonda. Molto probabilmente è il film italiano più bello del 2001, grazie ad un Ermanno Olmi in strepitosa forma: ogni inquadratura, ogni secondo del film è di una bellezza sconcertante, grazie sicuramente alla splendida fotografia del figlio del regista, Fabio Olmi, con un gusto pittorico fuori dall’ordinario e difficile da trovare nel cinema italiano (ed europeo) di questi ultimi anni.

Il film racconta l’ultima settimana di vita di Giovanni De Medici, detto Giovanni delle Bande Nere, capitano delle truppe pontificie. Dagli intrighi politici (impressionante come il mondo non sia cambiato di una virgola in questi ultimi 500 anni…), alle battaglie contro i Lanzichenecchi, fino ad arrivare allo scontro finale dove Giovanni De Medici viene colpito da un falconetto, e dopo alcuni giorni di agonia, perde la vita a soli ventotto anni. Almeno due scene indimenticabili: la distruzione del Cristo per scaldarsi da parte dei soldati e la scena dell’amputazione della gamba. Inoltre ci piace anche sottolineare che le tematiche religiose, sempre presenti nei film di Olmi, in questo sono sì presenti ma più velate e controllate. Un film importante, ancora complimenti al regista, che ha osato e rischiato con questo progetto, ma il pubblico l’ha ripagato con un buon riscontro al botteghino, senza dimenticare le buone recensioni che ha ottenuto da una certa parte di critica nazionale.
Prima di passare alla recensione tecnica del dvd abbiamo intervistato – in esclusiva per DVD italy – l’attore del film Sergio Grammatico (Federico Gonzaga):

INTERVISTA ESCLUSIVA A SERGIO GRAMMATICO

Innanzitutto ci piacerebbe sapere come si è trovato a lavorare a questo film, considerando anche il notevole salto, dal teatro regionale ad una coproduzione europea.
A parte le enormi differenze che ci sono tra teatro e cinema, dove nel teatro un attore si può preparare la parte anche diversi mesi prima, in questo caso, a parte lo spaesamento generale, la cosa più difficile è stata quella di dover imparare le battute la sera prima delle riprese. Io non ho mai letto la sceneggiatura del film, la sera prima ricevevo il foglio delle battute. Poi magari il giorno dopo, visto il perfezionismo del regista, le battute che avevo erano già completamente stravolte.

Ci può raccontare come è il maestro Olmi sul set?

Devo ammettere che Ermanno Olmi è una persona unica… e non lo dico perché mi ha scelto per un suo film. Lo dico perché già dal primo giorno in cui lo conobbi, dal provino e per tutta la lavorazione del film è stato una persona squisita. Mi ha certamente migliorato come attore facendomi capire dove sbagliavo ma soprattutto mi ha dato importanti consigli su come affrontare la vita… vere e proprie perle di saggezza.
E poi rimaneva con noi anche dopo le riprese, mangiava, scherzava… sicuramente non è uno di quei registi snob ed altezzosi.
Prima di lavorare con lui a Il mestiere delle armi avevo solo visto La leggenda del santo bevitore e mi era piaciuto. Ma concordo sul fatto che con questo film ha rischiato parecchio, e sono contento che abbia avuto un buon successo anche di pubblico.

Il ricordo migliore e quello peggiore sul set

Quello positivo, anche se per alcuni aspetti potrebbe essere negativo, è stato il giorno che ho recitato nella mia ultima scena, una delle ultime dove io parlo con Giovanni De Medici sul letto. Ricordo volentieri il momento subito dopo la mia ultima battuta, dove Olmi è partito con un fragoroso applauso, mi ha abbracciato e fatto i complimenti. Sicuramente questo è il ricordo più bello che conservo, mentre quello brutto è senza dubbio la scena dove ero dentro alla carrozza. Forse non ero in piena forma ma ricordo che era frustrante quando l’aiuto regista veniva e mi diceva che bisognava rifare la scena perché non era quello che il regista voleva ottenere. Già la situazione era scomoda: la carrozza era autentica ed era trainata non dai cavalli ma da un furgoncino. I ciottoli di Mantova non erano comunque comodi ed io, ogni volta che dovevo rifare la scena, ero sempre meno concentrato.

Che difficoltà ha trovato ad interpretare un personaggio così scomodo e soprattuto recitare in un film ambientato nel 1500?

Il personaggio di Federico Gonzaga non era facile, soprattutto dovevo rendere credibile una persona negativa, piena di ombre… in definitiva un personaggio negativo! E tutto questo lo dovevo rendere credibile anche con i gesti, con i movimenti e gli sguardi. Spero di aver fatto un buon lavoro.
Per quanto riguarda il periodo non ho avuto grosse difficoltà grazie all´ottimo lavoro della troupe e della produzione. I costumi, le armature, e ogni minimo particolare era curatissimo e dettagliatissimo… sembrava di essere veramente nel 1500, quindi su questo aspetto non avuto nessun tipo di problema. Il problema maggiore forse l´ho avuto quando c´erano delle scene con Hristo Jivkov perchè lui recitava in bulgaro mentre le mie battute erano ovviamente in italiano.

Conosce il formato dvd? Se sì, ci dia un suo parere su questa nuova tecnologia.

Sì la conosco anche se devo ancora acquistare il lettore. Ma ho già avuto la fortuna di guardare un film in dvd e devo dire che le differenze tra la VHS sono enormi. Penso proprio che la videocassetta sia già un formato obsoleto. Grazie al dvd possiamo gustarci il film come si dovrebbe vedere: in widescreen e con un’ottima qualità audio/video, per poter apprezzare tutti gli aspetti e i minimi particolari di un film.

Il dvd, secondo lei, fa bene o male al cinema, visto che alcuni registi hanno snobbato questa tecnologia, affermando che un film esiste solo al cinema?

Assolutamente contrario. Il bello del dvd è innanzitutto il fatto che non perde di qualità negli anni e può essere utilizzato come strumento di cultura cinematografica. Se voglio rivedere una scena di un film, col dvd posso farlo. Se voglio collezionare i grandi classici del cinema, o solo vederli, come devo fare? Una volta c’era la videocassetta, ora c’è il dvd, chissà cosa ci riserverà il futuro ma secondo me è importantissimo avere la possibilità di poter assistere ad un film anche in casa. Ovviamente la visione cinematografica non potrà mai essere ricreata in una casa ma il dvd è veramente un aspetto positivo per il cinema, soprattutto per il fatto che la qualità è veramente ottima.

In conclusione: un film che sta aspettando in digitale?

Beh, sicuramente Blade Runner. Uno dei miei film preferiti e visto che ancora non c’è sul mercato un’edizione degna del mito di questo film, aspetto trepidante la Special Edition annunciata da tempo.

Grazie per il tempo che ci ha concesso e in bocca al lupo per il futuro!

Crepi, e un in bocca al lupo anche a voi di DVD italy

RECENSIONE

Il dvd è pubblicato dalla San Paolo Audiovisivi, in collaborazione con Mikado (per quanto riguarda i materiali cinematografici). Il film è presentato nel corretto formato di 1.85:1, ovviamente in funzione anamorfica. La qualità video è altalenante: nelle scene girate in esterni e di giorno la qualità video è superba, sopratttutto in termini di luminosità e dettaglio. La resa generale purtroppo scende quando l’encoder digitale del lettore deve affrontare scene girate con filtri flou, con nebbia e fumo, e soprattutto in scene girate in interno notte, e con diverse candele nelle inquadrature. Tutto ciò mette leggermente in crisi la riproduzione digitale con evidenti sbalzi di luminosità e una compressione a volte fastidiosa. Ma la resa cromatica è ben bilanciata per tutta la durata del film, mentre in alcune scene si può notare una quantità spropositata di grana, che tende ad impastare un po’ troppo il quadro d’immagine.
La sezione audio è invece meno problematica, vista la presenza della sola lingua italiana, codificata nell’originale Dolby Digital 5.1. Non ci sono molti effetti, ma l’audio nelle scene di battaglia è ben registrato e sfrutta in maniera pressoché perfetta le potenzialità della codifica multicanale. Ottima separazione dei canali, surround presenti ma mai invadenti e un canale subwoofer poco utilizzato, ma più per scelta che per difetto.
La sezione dei contenuti speciali è ben dotata: il trailer originale, un lungo documentario interessante, con interviste agli attori (soprattutto al protagonista Hristo Jivkov), e due gallerie fotografiche. I menù sono statici (a parte il principale) ma ben curati graficamente.
Nel complesso siamo rimasti pienamente soddisfatti da questa edizione digitale dell’ultimo film di Ermanno Olmi.

VOTO:    3.5   

data pubblicazione: 01/2002