dal 1999 testimone di un’evoluzione

Il mulino del Po

(Dolmen)

DATI TECNICI: 1.37:1 – DD 2.0 dm (ita)

Alberto Lattuada è un grande autore (regista, sceneggiatore, attore, produttore, critico) che ha indubbiamente fatto la storia del cinema italiano (e non solo) ma che al grande pubblico purtroppo non è mai arrivato, anche se la sua filmografia è costellata di grandi film e numerosi capolavori. È stato un regista davvero prolifico, solo per il cinema ha firmato 34 lungometraggi… non possiamo non citare alcuni dei suoi capolavori come “Il bandito” del 1946, “Il mulino del Po” 1949, la co-regia insieme a Fellini “Luci del varietà” 1950, “Anna” del 1951, “Il cappotto” con un indimenticabile Renato Rascel, 1952, “Dolci inganni” 1960, “Mafioso” 1962, “Venga a prendere il caffè… da noi” 1970 (forse la sua pietra angolare con un Ugo Tognazzi memorabile), “Le farò da padre…” 1974 e “La cicala” del 1980, il suo ultimo grande film, purtroppo ancora assente sul mercato home-video italiano.

“L’idea di partenza è un matrimonio che alla fine non si fa. Quello tra Berta Scacerni e Orbino Verginesi. L’unione tra una mugnaia e un contadino, tra il fiume e i campi, l’acqua e la terra. Poi il fuoco, che brucia il mulino. E, ancora, il progresso, che schiaccia i campi. Mentre “fischia il vento” di una lega dei contadini che tenta di stimolarne un «avvenire socialista» e di liberarne il lavoro, i purissimi sentimenti che legano i due giovani cercano si sopravvivere ad ogni disgrazia. Esordiente negli anni Quaranta tra i registi di quel cinema cosiddetto “calligrafico”, alla luce di quelli che furono i successivi dibattiti sul realismo cinematografico, Alberto Lattuada con Il mulino del Po non tradisce quell’interesse originario incentrato sulla ricerca di un punto di incontro tra il desiderio di un’autonomia espressiva del cinema (attraverso il primato dell’apparato estetico) e, allo stesso tempo, un continuo dialogo con altre forme d’arte, in particolare la letteratura. Adatta così Mondo vecchio sempre nuovo, la terza e ultima parte di Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli; fonde l’affresco storico e sociale al melodramma, ribadendo il suo sogno di un matrimonio tra cinema e letteratura (la sceneggiatura, tra gli altri, è anche di Fellini e Comencini), guardando in continuazione anche al neorealismo.”. Alberto Savi, Cinefilia Ritrovata.

Recensione di recupero per un dvd uscito originariamente nell’aprile del 2009 sotto l’etichetta Dolmen Home Video. La stessa edizione è però ancora disponibile con una fascetta leggermente diversa graficamente grazie alla CG Entertainment che l’ha meritoriamente ristampato. Gli anni trascorsi li dobbiamo mettere in conto per la recensione tecnica: la qualità video è decisamente ancora oggi moto valida seppur con un bianco e nero tendente al giallognolo, un punto a favore va anche alla definizione, considerando che non si è partiti da una pellicola restaurata. Convincente anche l’audio, piuttosto dettagliato e con le voci sempre perfettamente intellegibili. Tra gli extra segnaliamo l’interessante, seppur breve, intervista al regista Carlo Lizzani (15’).

VOTO:    3,5   

data pubblicazione: 03/2023