dal 1999 testimone di un’evoluzione

La notte (2)

(Mustang)

DATI TECNICI: 1.66:1 – DD 2.0 dual mono (ita)

“Capitolo centrale della trilogia dei sentimenti, premiato con l’Orso d’oro al Festival di Berlino, La notte è il resoconto di una giornata, dal mattino fino all’alba del giorno successivo, di una coppia. Giovanni, scrittore di successo il cui nuovo romanzo, La stagione è in procinto di uscire, e Lidia, si recano dapprima a visitare, in una bella clinica, l’amico morente Tommaso (Bernhard Wicki), il cui nuovo saggio su Adorno, forse proprio in vista dell’incombenza della sua morte, è appena apparso sulle pagine di un quotidiano. Durante la visita, Lidia non riesce a sostenere il dolore per questa perdita imminente, per lei Tommaso è stato un mentore, un maestro, cui ha negato i piaceri del talamo, preferendo sposare il di lui amico Giovanni. Quest’ultimo, invece, prima accetta di brindare alla morte imminente dell’amico, poi si lascia abbordare da una ferina ninfomane, paziente anch’essa della clinica. Segue la liturgia obbligata di una presentazione del libro di Giovanni, cui presenzia una sguaiata intellighentia milanese (si segnala la presenza di Salvatore Quasimodo), tra tartine, bicchieri di vino e l’obbligata domanda all’autore «Cosa ci sta preparando di nuovo?». «Niente», è la risposta. Lidia si allontana di nuovo e questa volta per immergersi nella città, in un lungo peregrinare muto e sensoriale, fatto di rumori del traffico, silenzi della periferia, manifestazioni di ruspante virilità, razzi lanciati verso lo spazio, squame di ruggine che si staccano dai cancelli, rovine di una guerra ancora vicina, nonostante il boom economico in corso. Al termine della flânerie urbana di Lidia, ha inizio la lunga notte che da il titolo al film: dapprima la coppia si reca in un locale notturno, dove una splendida ed esotica ballerina si esibisce in una danza erotico-acrobatica con un cocktail in bilico su varie parti del suo corpo, infine la meta diventa la villa dell’industriale Gherardini, in Brianza. Qui, al cospetto di una umanità chiassosa pronta a scatenarsi sulle dissonanze ardite di un jazz diventato oramai patrimonio dell’alta borghesia (sempre attento al versante musicale dei suoi film, Antonioni si affida a Giorgio Gaslini, in scena per buona parte del film con la sua orchestra), Lidia spinge Giovanni tra le braccia di Valentina (Monica Vitti) e tenta invano di fare lo stesso con uno sconosciuto. Infine, quando l’alba è ormai conclamata, Lidia parla al marito della loro unione, che reputa finita, e lo fa usando le sue stesse parole. Ma Giovanni non le riconosce.” Estratto della recensione di Daria Pompiono pubblicata su Quinlan.it, qui per leggerla integralmente.

Mustang riporta sugli scaffali per la terza volta (dopo le due edizioni RHV e Medusa) ma questa nuova edizione è a tutti gli effetti una ristampa identica di quella pubblicata da Medusa nel 2008. Una qualità un po’ datata ma valida, l’aspect-ratio di 1.66:1 non è quello cinematografico, come confermato dalla recente edizione restaurata del film. Quindi tutto identico, extra compresi, ci duole dirlo ma peggiora molto la grafica adottata per la fascetta… Mustang, si può fare decisamente di meglio. Speriamo di vedere al più presto una deluxe edition che utilizzi il master restaurato già editato in diversi paesi esteri, uno su tutti l’America, grazie alla Criterion.

VOTO:    2   

data pubblicazione: 12/2023