Novecento (4)
(CG)
DATI TECNICI: 16:9/ltbx 1.85:1 – DD 2.0 (ita, ing)
“Ecco una delle idee di base di Novecento: film sulla cultura popolare, secondo Gramsci, e nel senso di Pasolini. E una chiave precisa: l’identificazione delle masse non tanto con i personaggi di finzioni narrative, ma con questi che si scollano dal loro ruolo letterario per diventar personaggi della Storia. Dunque, anche un’accettazione dei luoghi tipici della narratività, addirittura ottocentesca: sia in senso nazionalpopolare, sia criticamente, come rivisitazione neoretorica. Insomma, una formula è una formula: la differenza è che nelle sedi ottocentesche originarie gli archetipi narrativi erano spesso condannati a soluzioni di tipo psicologico. In Novecento, ci si ritrova nel mondo delle idee: cioè si fanno i conti con l’ideologia. E proprio utilizzando formule che sono sempre state adoperate per fini psicologici. […] Per questo film ho avuto un massimo di libertà, mai avuta, mai sognata, e un minimo d’impedimenti o controlli. In contrario del solito: una combinazione produttiva imponente, però una libertà di improvvisazione direttamente proporzionale all’enorme costo del film. Cioè, un caso unico, che poi forse conferma quell’altra regola. Ma per me, il cinema è molto improvvisazione. Sceneggiatura molto costruita, molto programmata. Ma poi, secondo Renoir: “Sempre lasciare aperta una porta sul set, qualcosa o qualcuno potrebbe entrare…” […] Io amo molto la contaminazione… mi sembrava molto interessante mescolare queste figure della mitologia hollywoodiana che in Novecento recitano la parte dei nonni (e i nonni sono sempre figure un po’ mitiche per i bambini, così anche nel film per i nostri due protagonisti). Ma il mito nel cinema che cos’è? Mi piaceva molto avere insieme gli attori americani, Burt, Donald, Sterling, con gli attori italiani, europei, francesi e i contadini della bassa. Mi dicevo: “Guarda che avranno difficoltà gli attori veri!”. Il confronto immediato tra l’attore professionista di grande esperienza e quello che non lo è mai stato e che porta soltanto la sua innocenza è a volte un mix molto complesso da gestire.” dichiarazioni di Bernardo Bertolucci estrapolate dal sito della Cineteca di Bologna, per approfondire
Quarta (e definitiva) edizione DVD del capolavoro di Bernardo Bertolucci sulla storia italiana della prima metà del XX secolo. Dopo una prima emissione limitata dedicata ai supporter dell’iniziativa Start Up! di CG Entertainment ed acquistabile solo direttamente dal portale della casa toscana, l’opera è approdata anche in edizione DVD standard che, vista la notevole durata del film, è composta da 2 dischi. L’edizione è elegante fin dalla grafica utilizzata per la fascetta – dove compare l’importante dicitura “versione integrale restaurata” – con il box trasparente che impreziosisce ulteriormente l’edizione. CG Entertainment ripropone in home-video una delle opere fondamentali del regista parmense partendo dai recenti materiali restaurati; il restauro è realizzato da 20th Century Fox, Paramount Pictures, Cinecittà Luce e Cineteca di Bologna con la collaborazione di Alberto Grimaldi ed il sostegno di Massimo Sordella oltre alla collaborazione del regista Bernardo Bertolucci, di Vittorio Storaro e Enzo Ocone. Il restauro 4k 16bit del film è stato realizzato a partire dal negativo originale depositato dal produttore Alberto Grimaldi presso la Cineteca Nazionale. Il negativo originale aveva subito centinaia di tagli, sia quando la Paramount distribuì la versione corta negli Stati Uniti che nelle fasi successive di reintegro delle sequenze tagliate. Il negativo da cui si è partiti per la presente versione dunque aveva circa 700 lacune che sono state ora tutte colmate digitalmente. Riferimento in questo lavoro è stato il reversal stampato nel 1976 dal negativo originale per le edizioni americane e conservato negli archivi Paramount, che contiene gran parte dei fotogrammi che erano andati perduti. Un complesso lavoro di ricostruzione digitale è stato realizzato anche per il suono partendo da un mix magnetico italiano d’epoca. Il restauro è stato eseguito presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2017.
La qualità tecnica è di rara perfezione: le immagini calde sono riprodotte in modo magistrale ma anche tutti gli altri valori tecnici sono al massimo delle potenzialità, grazie soprattutto al già citato master originale restaurato. Formato video 1.85:1 perfettamente mantenuto ovviamente con codifica 16:9, eccezionale anche il lavoro svolto per quanto riguarda la ripulitura della traccia sonora. E’ presente anche la traccia audio in lingua inglese con sottotitoli in italiano oltre ai sottotitoli per non udenti sulla versione italiana. Un’edizione decisamente vincente anche per la presenza di due contenuti speciali particolarmente interessanti, le scene tagliate (mute) per una durata totale di 21’ ed il documentario del 1974 di Gideon Bachmann “Novecento, con le parole di Bertolucci” (17’).
VOTO: 5
data pubblicazione: 07/2020