dal 1999 testimone di un’evoluzione

Buster Keaton

IL COMICO SENZA SORRISO.

Un volto unico nella storia del cinema, implacabile e lirico, interrogativo e penetrante.
Un occhio logico, geometrico, matematico.
Questo è Buster Keaton, genio del cinema comico.

La prima cosa che colpisce lo spettatore in un film di Keaton è il suo volto implacabile e lirico, interrogativo e penetrante con sfuggevole e gentile espressività.
Un volto così diverso da tutti gli altri della storia del cinema, come raccolto in un’immagine che sembra perdersi in notti lontane. Espressione straordinaria e specchio di interrogativi esistenziali.

Keaton è attore e autore dei suoi film. Dà la cadenza a tutti gli Anni Venti in modo inequivocabile: dal 1920 al 1929 realizza e interpreta diciannove cortometraggi (i famosi “due rulli”) e ben dodici lungometraggi, quasi a sottolineare che per lui la quantità è anche la qualità.

Le radici del suo metodo cinematografico affondano in due insegnamenti basilari per la sua concezione culturale di “autore-attore”.
Il primo gli deriva dalle regole dell’arte di recitare in pubblico negli spettacoli di vaudeville impartitegli dai genitori (Myra e Joe Keaton), da cui molto apprende il giovane Buster riguardo alla gestualità mimica del proprio fisico, dalle multiformi sfaccettature sempre in movimento.
Il secondo insegnamento nasce dal rapporto che Keaton intraprende nel 1917 con Roscoe Arbuckle, il più grande comico degli Anni Dieci , che gli rivela le leggi della messa in scena cinematografica e il senso del ritmo che più tardi Keaton reinventerà portando alle estreme conseguenze quella concezione di cinema comico classico.

In Keaton poco è magico, quasi tutto è logico, geometrico, matematico.

Egli mette in crisi quelle che la norma vigente ha assunto come verità assolute e che sono soltanto apparenti: il suo pragmatismo è dei più concreti, pronto ad una critica che più che appariscente è invece sotterranea e profonda perché esistenziale.

Il suo linguaggio cinematografico si organizza intorno a tre modalità: una di origine teatrale (la sua maschera, ma anche la sua gestualità, il suo agire davanti alla macchina da presa), una di matrice figurativa e formale (il suo costante rapporto con lo spazio scelto e delimitato dal campo ripreso) e una in stretto rapporto tra la narratività e la musica (il tempo come narrazione e scansione ritmica di emozioni).

Il legame causa-effetto, seppure interno al sistema keatoniano, fa in modo che ciò che accade nel film, diventa per gli occhi dello spettatore perfettamente credibile.

Dal 1920, anno del suo primo cortometraggio “The Hight Sign” di cui è autore e attore, per far sorridere meglio il pubblico decide di non ridere più di fronte alla macchina da presa. La sua recitazione diventa ancora più calibrata e astratta sebbene pregna di lirismo profondo.

Così il mondo poetico keatoniano differisce dalla moda degli Anni Venti: autonomo e pragmatista eppure musicale e ritmico come nessun altro.
E il ritmo del film si compenetra con l’espressione dello sguardo keatoniano così angosciante e malinconico. E’ la solitudine di un personaggio che funge da specchio.

Keaton mostra l’apparenza di un mondo il cui primo livello di realtà sembra solido e ben strutturato, certo e sicuro.
Ma ogni evidenza è messa in crisi: uno specchio che non è specchio e anzi viene attraversato da Buster-Sherlock (in “Sherlock Junior” 1924); un muro che invece si tramuta in porta scorrevole, facendo cadere Buster che gli era appoggiato trasognato (in “College” 1927).

E anche il personaggio interpretato da Buster può essere povero (“The Goat” 1921, “Cops” 1924) o ricchissimo (“The Navigator”, 1924; “Battling Butler” 1926), può apparire ad ogni classe sociale, ma è pur sempre un deviante pragmatista, spostato in un mondo che lo estranea, che prova a sperimentare a proprie spese la difficoltà di rientrare nella norma.

NOTA BIOGRAFICA

Buster Keaton (vero nome Joseph Francis Keaton) nasce nel Kansas nel 1885. Comincia a lavorare giovanissimo sulle scene accanto ai genitori. Esordisce nel cinema nel 1917. Poco dopo si mette in proprio e fonda una casa di produzione con Joseph Schenk. Dopo il 1928 comincia il suo declino.
La sua fama rinverdisce improvvisamente negli anni Sessanta con la riscoperta della grande modernità della sua comicità. Una travolgente chiamata all’olimpo della grande comicità che coincide purtroppo con la sua morte avvenuta nel 1966.

FILMOGRAFIA REGISTA

L’amore attraverso i secoli (1923)
Accidenti, che ospitalità! (1923)
La palla numero 13 (1924)
Il navigatore (1924)
Io e… la vacca (1925)
Le sette probabilità (1925)
Come vinsi la guerra (1926)
Io e la boxe (1926)
Il cameraman (1928)

FILMOGRAFIA ATTORE

Io e il ciclone (1928) disp. in dvd
Io e l’amore (1929)
Parlami dolcemente (1932)
Meravigliosa illusione (1945)
I fidanzati sconosciuti (1949)
Sono tua (1949)
Viale del tramonto (1950) disp. in dvd
Luci della ribalta (1952) disp. in dvd
L’incantevole nemica (1953)
Il giro del mondo in ottanta giorni (1956) disp. in dvd
Le avventure di Huck Finn (1960) disp. in dvd
Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo (1963) disp. in dvd
L’ammiraglio è uno strano pesce (1964)
Film (1964)
Pigiama party (1964)
Due marines e un generale (1965) disp. in dvd
Dolci vizi al foro (1966)

data: 17/09/2006