dal 1999 testimone di un’evoluzione

Editoriale: Lo stress da riedizione

LO STRESS DA RIEDIZIONE
Mancano appena due mesi alle festività natalizie e già le aziende home-video hanno praticamente annunciato tutti i “titoloni caldi”, quelli che l’appassionato farebbe follie pur di acquistare immediatamente. Molto più intelligentemente la 20th Century Fox ha piazzato il suo attesissimo Star Wars a settembre, la Disney ha collocato l’uscita del capolavoro Aladdin ad ottobre, mentre gli altri titoli caldi come il terzo capitolo di Harry Potter arriverà a novembre, la prestigiosissima edizione speciale di Via col vento a dicembre, insieme all’ultimo capitolo del Signore degli Anelli in versione 4 dischi. Mi è capitato di dare una scorsa più approfondita negli scaffali dei centri commerciali ed ho notato una cosa alquanto strana: cecondo me potrebbe essere denominata sindrome da riedizione o forse ancora meglio da falsa-riedizione. Sì perché ora abbiamo molti titoli, usciti tre/quattro anni fa che stanno ritornando con edizioni di valore, con l’audio e il video di altissima qualità, con una tonnellata di extra e magari la traccia in 5.1 o DTS, così si vende meglio (come recita il motto delle case produttrici)! Sono d’accordo con molti dei quali appoggiano la tesi che, faccio un esempio, la prima edizione di Quei bravi ragazzi era deficitaria sotto ogni punto di vista e che quindi questa nuova edizione è da acquistare a tutti i costi. Ma innanzitutto penso che in un mercato sano e corretto questa doveva essere la prima edizione in dvd e non la seconda. Sono consapevole che stiamo parlando di un titolo uscito nel 1998 e che la tecnologia non era ancora matura e le attrezzature utilizzate all’epoca non erano certamente evolute come quelle odierne. Ma questo meccanismo instaura nell’appassionato un vero e proprio stress da riedizione: sì perché se esce un film, faccio un altro esempio Exodus, in semplice letterbox e senza uno straccio di extra l’appassionato come si deve comportare? Acquistare il dvd perché contiene un film che non deve assolutamente mancare nella propria collezione oppure aspettare una nuova edizione, a due dischi e con qualità audio/video superiore? Noi appoggiamo la seconda scelta: non ha senso con ormai 5.000 titoli già usciti ed una media di 150/200 dvd al mese acquistare dvd che non offrono i livelli di qualità richiesti. Perché è innegabile che un film – importante come Exodus – al massimo tra un’annetto sarà ristampato con video 16:9, con qualità superiore, con audio multicanale e con un disco pieno zeppo di contributi speciali. Ma oltre a queste riedizioni con almeno il valore aggiunto (anche l’imminente Via col vento promette bene, oppure i già usciti Il pianeta delle scimmie e Mezzogiorno e mezzo di fuoco) abbiamo anche alcuni titoli usciti in edizioni pessime e magari senza l’aspect-ratio corretto che sono fermi lì, ancora sugli scaffali dei negozi. Titoli come Un angelo alla mia tavola, Ritratto di signora ed anche il recente Koda fratello orso non presentano il formato corretto… quando si renderanno disponibili queste più urgenti riedizioni? E poi ci sono le riedizioni fasulle: un esempio lampante è Ricomincio da capo di Columbia. Stessa qualità video, stessa qualità audio, un misero making of in più per immettere sul mercato lo stesso titolo già disponibile, a prezzo pieno di circa 20€. Ma la mossa commerciale peggiore e più sleale è quella di ristampare (attenti, ho detto ristampare…) lo stesso titolo, esempio Sabrina di Paramount, con una confezione in cartone di lusso e con all’interno lo stesso identico dvd. Con la differenza che senza cartone lo si può pagare solo 12€ mentre la versione “natalizia” a circa 25€. Non sappiamo se sono i negozi che ne approfittano, sfruttando il fatto che non c’è un prezzo imposto o indicativo segnalato dalla casa produttrice, ma comunque il consumatore rimane schiacciato, oltre da un numero esagerato di titoli pubblicati ogni mese, dall’atroce dubbio se è di fronte ad un titolo di qualità, una riedizione con reale valore aggiunto oppure ad una sonora e (costosa) bufala commerciale.

Cristian Spazzoli

data: 01/11/2004