dal 1999 testimone di un’evoluzione

Il Mereghetti – Dizionario dei film 2014

3 volumi, 6050 pagine, 28000 schede, 56 voci tematiche e 416 film a quattro stelle.

Il Mereghetti, uno strumento indispensabile per ogni cinefilo che si rispetti: ormai l’attesa è giunta alla fine visto che tra sette giorni esatti, il 27 novembre, il Dizionario che esamina, studia e critica la storia del cinema sarà in tutti i negozi nella sua ultima, elegantissima, edizione. Vi proponiamo, come da nostra ormai consolidata tradizione, una breve intervista esclusiva all’autore, sulla nuova edizione e non solo! Ringraziamo infinitamente Paolo Mereghetti per la sua disponibilità.

Siamo venuti a conoscenza della splendida iniziativa organizzata da Milano Film Network e Filmmaker Festival riguardo al recente workshop di scrittura critica. Può brevemente raccontarci come si è svolto? Inoltre ci può dire qual è la critica “vincitrice” che sarà inserita nell’imminente edizione del Dizionario?
Su iniziativa del gruppo dirigente di Filmmaker ho aderito con entusiasmo all’idea di organizzare quattro lezioni per raccontare come io e i miei collaboratori lavoriamo per redarre le schede del dizionario, un lavoro che deve unire gli strumenti della critica con quelli della sintesi e della chiarezza di scrittura. Hanno partecipato più di cinquanta giovani (soprattuto tra i venti e i trent’anni) e come in tutti i seminari degni di questo nome la conclusione è stata un’esercitazione scritta: abbiamo proiettato «Cappuccetto Rosso sangue» e poi abbiamo chiesto a tutti di scrivere un’ipotetica «scheda» sul film per il dizionario. Le migliori sono state discusse insieme e mettendo insieme il lavoro di due allievi abbiamo redatto la scheda «definitiva» che è entrata a far parte dell’edizione 2014.

È mai capitato che la sua posizione e quella dei suoi più stretti collaboratori fossero in antitesi dopo la visione di un film? In questo caso come avviene la fase di scrittura della scheda per il film in questione? Ci può fare un esempio con uno specifico titolo?
Succede spesso che su alcuni film non ci siano le stesse posizioni e siccome il dizionario porta il mio nome è inevitabile che venga pubblicata la mia versione critica. Se le divergenze sono evidenti fin da subito evito di far scrivere la scheda a qualcuno dei miei collaboratori e la faccio subito io (per organizzare al meglio la mole di titoli da schedare ce li dividiamo preventivamente). Se non condivido alcune notazioni che trovo nelle schede fatte le cambio (perché io rivedo ed eventualmente intervengo in tutte le schede). Difficile indicare un esempio perché un giudizio che non condivido non arriverebbe mai nel dizionario. Posso dire però che per esempio sul film «Il castello in Italia» di Valeria Bruni Tedeschi non la penso come il mio collaboratore Alberto Pezzotta. Ma naturalmente nel dizionario 2014 troverete la scheda così come l’ho scritta io.

Per questa nuova edizione 2014 ci saranno novità multimediali come per esempio l’attesissima edizione per smartphone/tablet?
Per l’edizione multimediale dovrete aspettare ancora ma il cambio di proprietà nella casa editrice (che adesso è tornata a chiamarsi Baldini & Castoldi da B.C. Dalai che era) ha aperto una porta verso l’edizione digitale.

In redazione abbiamo apprezzato moltissimo The Tree of Life di Terrence Malick, la riteniamo un’opera smisuratamente ambiziosa, più che un film oseremmo dire un’esperienza da vivere… Qual è la sua opinione in merito? Ci può anticipare in esclusiva la scheda critica?
Tree of Life, The *** (The Tree of Life, Usa 2011, col, 138’) Terrence Malick. Con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Hunter McCraken, Tye Sheridan, Laramic Eppler, Jessica Fuselier, Fiona Shaw, Nicolas Gonda, Will Wallace, Kelly Koonce, Bryce Boudoin, Cole Cockburn, Jimmy Donaldson. # Professionista attraversato da nascoste insoddisfazioni, Jack O’ Brien (Penn da adulto, McCraken da giovane) ripensa alla sua giovinezza, quando viveva con i fratelli Steve (Sheridan) e R.L. (Eppler), il padre (Pitt) e la madre (Chastain) in una piccola città del Texas, scoprendo la bellezza della Natura, la cui origine risale nella notte dei tempi quando ancora esistevano i dinosauri, ma anche la crudeltà della Morte (quella di un piccolo amico annegato Donaldson, quella del fratello Steve). Jack cresce accanto alla severità del padre e alla dolcezza della madre e quando sarà adulto tornerà mentalmente a ripensare a loro e alla sua storia. Ribaltando la struttura tradizionale del melodramma familiare hollywoodiano e sostituendo alle «spiegazioni» psicoanalitiche nuove «domande» morali, Malick costruisce un’opera-mondo che cerca di tenere insieme la complessità della Vita e la linearità della Storia. Così, la vita quotidiana di un famiglia piccolo borghese negli anni Cinquanta si allarga sino a confrontarsi con le due grandi forze del reale, la Grazia (cioè la fede in un ordine superiore) e la Natura (cioè l’esperienza della vita e della morte). Fino a inglobare la storia intera del mondo, dall’alfa all’omega, dalla creazione delle primissime cellule all’ordine del cosmo. E quello che appare evidente al «filosofo» Malick (ha insegnato questa materia per anni), il «cineasta» Malick si sforza di metterlo in immagini, senza preoccuparsi né della linearità narrativa né delle aspettative del pubblico: scompone la cronologia, va avanti e indietro nel tempo, fino a ritrovare le origini dell’universo e della vita animale, per portarci poi avanti, oltre la morte, in un mondo di anime o di fantasmi, a interrogarci sul senso della vita e dell’esistenza. Ma questa ambiziosa visionarietà alla fine rischia l’intelligibilità e dopo essersi fatti affascinare da immagini straordinarie, aver scoperto le durezze della vita attraverso gli occhi di un adolescente e aver capito che il sogno americano (inculcato dal padre e messo in opera dal figlio) rischia di farci perdere il senso profondo della realtà, si rischia lo smarrimento di fronte a troppe suggestioni e troppi contraddittori stimoli. Palma d’oro a Cannes.

Qual è stato secondo lei il film d’animazione più importante degli ultimi tre anni?
“Coraline” direi, ma bisognerebbe concedersi un maggior lasso di tempo per decidere. Comunque nel nuovo dizionario ci sarà una voce tematica dedicata a tutti i corti Pixar (finora usciti, naturalmente) dove le novità tecniche più rilevanti sono segnalate. E da quelle novità tecniche spesso si originano i capolavori del futuro…

In un recente convegno alla University of Southern California, Spielberg e Lucas hanno dichiarato che il cinema americano è destinato ad implodere, adducendo che molte idee dei nuovi cineasti sono incompatibili e troppo estreme per il cinema di largo consumo così preoccupato nel confezionare prodotti di massa. È d’accordo con queste dichiarazioni? E comunque questo cinema seriale ormai incartato tra sequel e reboot che futuro potrà avere nei prossimi anni?
Sono totalmente d’accordo con quanto dichiarato da Lucas e Spielberg. Il tragico però è che i dirigenti delle grandi major di Hollywood pensano solo agli incassi e non si fanno particolari preoccupazioni rispetto alla qualità dei loro prodotti, senza capire che film sempre più dozzinali e schematici finiranno inevitabilmente per disabituare il pubblico a gustare opere più complesse e sofisticate. Condannando così il cinema a una regressione di cui faccio fatica a vedere la fine (vedi l’Italia dove il semplicismo delle fiction tv ha contaminato, peggiorando, il gusto del pubblico e la qualità dei film prodotti). E i troppi sequel non possono che peggiorare la situazione: forse all’inizio possono portare qualche incasso in più ma poi si riveleranno inutili macchine mangiasoldi (vedi il caso di Lone Ranger).

Ci può indicare un film “fondamentale” della storia del cinema che non è ancora uscito per l’home-video italiano?
La maman et la putain di Eustache, Ventiquattro occhi di Kinoshita, Tuono lontano di Satyajit Ray, Io e la mia ragazza di Raoul Walsh, Febbre di vivere di Claudio Gora… e potrei proseguire a piacimento.

La casa editrice Baldini&Castoldi (www.baldinicastoldi.it) ha programmato ad oggi tre presentazioni con l’autore:

– martedì 3 dicembre a Roma – La Feltrinelli di Galleria Colonna
– mercoledì 4 dicembre a Milano – La Feltrinelli Piazza Piemonte
con Umberto Eco e Piera Detassis
– giovedì 5 dicembre a Bologna – La Feltrinelli di Piazza Ravegnana

Intervista di Cristian Spazzoli (c) 2013 DVD italy webzine. Tutti i diritti riservati.

data: 20/11/2013