dal 1999 testimone di un’evoluzione

Scream

(Paramount)

DATI TECNICI: 16:9/ltbx 2.39:1 – DD 5.1 (ita, ing, fra)

“Una cucina, una adolescente che si sta preparando per l’arrivo dell’amica del cuore mentre è sola in casa, e un telefono che squilla. Dall’altra parte della cornetta una voce sconosciuta pone la fatidica domanda: “Ti piacciono i film dell’orrore?”. Si riparte da qui, in questo Scream che approda nelle sale italiane nel bel mezzo di un gelido inverno per gli incassi con la speranza – lui che è abituato alle mattanze – di rivitalizzare il rapporto morente tra il pubblico e il cinema. E si riparte dunque da quella che fin dalla sua prima apparizione, nel 1996, è la sequenza iconica per eccellenza di questa saga slasher: una ragazza sola nella sua bella magione di Woodsboro, ridente (si fa per dire) cittadina statunitense, viene attaccata da un assassino che indossa una maschera che si rifà lontanamente all’urlo di Munch. Non è la prima volta che la saga ideata da Kevin Williamson – che qui, come già accaduto in Scream 3, si ritaglia il ruolo di produttore esecutivo senza occuparsi direttamente della fase di scrittura – ritorna all’inizio: anche Scream 4 lo faceva, dando il la ai sanguinosi eventi con un sequenza da film nel film che prendeva spunto sempre dall’iconica morte di Drew Barrymore nel 1996. Dopotutto dieci anni fa la struttura narrativa verteva attorno al significato di “remake”, ed era logico, se non addirittura obbligato, rifare tutto daccapo. Nel 1996 Scream esplose come una piccola rivoluzione: portare a termine uno slasher movie che seguisse i codici espressivi del sottogenere ma allo stesso tempo ne fosse consapevole, e giocasse con lo spettatore proprio sulle regole che mettevano in moto la meccanica dell’orrore. E questo tema portante, l’unico che ha davvero senso nella trama della saga – che torna a giocare su legami di sangue, voglia di emulazione e via discorrendo, ma li tratta come elementi in fin dei conti epidermici e superficiali –, non è mai venuto meno nel corso del tempo. Scream si divertiva a scardinare le regole del suo modello di riferimento (a partire ovviamente da Halloween di John Carpenter); Scream 2 si interessava al concetto di sequel; Scream 3, introducendo in modo dichiarato il set cinematografico – è l’unico film a essere ambientato a Hollywood –, volgeva lo sguardo al processo industriale, e dunque alla tessitura interna del franchise in quanto tale; Scream 4 si dichiarava come remake, salvo poi ovviamente squadernarne il senso nei modi più vari. E ora questo nuovo capitolo prosegue nella medesima direzione “critica”. Quale sia tale direzione lo si può comprendere già dalla scelta del titolo: non Scream 5, come sarebbe stato logico attendersi, ma solo Scream.”, per leggere integralmente questa imperdibile analisi di Raffaele Meale su Quinlan.it.

Ottima edizione firmata Paramount e distribuita nel nostro paese da Koch Media. Si presenta con il box in plastica trasparente ed interno fascetta bianco, con solamente il DVD all’interno e con la ormai “classica” serigrafia della major americana mentre i menu sono statici, accompagnati dalla musica del film in sottofondo ed esclusivamente in lingua inglese. La qualità tecnica non si discute: immagini e suoni sono riprodotti alla perfezione in modo da potervi gustare il quinto capitolo della saga con la migliore resa possibile. Video e audio da massimo dei voti! La sezione extra non è particolarmente corposa ma potrete trovare interessanti filmati come le “scene eliminate” (3’), Sangue nuovo (7’), Tracce di sangue (8’) e Nell’ombra del maestro (7’).

VOTO:    4,5   

data pubblicazione: 05/2022