Tod Browning
Quando la favola diventa macabra
Tod Browning aveva solo sedici anni quando lasciò la piccola città di Louisville, nel Kentucky, per unirsi ad un gruppo di artisti itineranti.
Prima di arrivare al cinema come attore (nel 1912 con David W. Griffith) Browning è fantino, imbonitore, clown, acrobata, “cadavere vivente” e contorsionista, ma quando viene il momento non esita ad esportare nella carriera cinematografica questa versatilità di artista circense.
Il cinema di Tod Browning è un luogo molto singolare.
Qui si verificano fatti incredibili e si svolgono le biografie inverosimili dei suoi personaggi, sempre in preda a sentimenti eccessivi e assurde passioni.
E’ questa apparentemente e paradossale commistione di assurdità e verosimiglianza a fare di Browning il creatore di un cinema intenso, magico e brutale.
Browning inizia la sua carriera lavorando come assistente di Griffith, insieme a Erich Von Stroheim, accumulando un patrimonio di capacità tecniche che farà della sua filmografia un compatto e coerente insieme stilistico.
Nel 1920 fondamentale è l’incontro artistico con il grande Lon Chaney, “l’uomo dai mille volti”, lo storico interprete del fantasma del palcoscenico.
L’aver trovato un simile protagonista permette a Browning di sondare tutti gli aspetti del rapporto tra maschera e volto, tra normalità e deformità.
Durante questo sodalizio artistico sono assolutamente da citare il capolavoro Lo Sconosciuto (The Unknown – 1927), la storia d’amore fra una donna traumatizzata (un’esordiente Joan Crawford) e un impostore che si esibisce come “fenomeno senza braccia”.
Le tematiche ricorrenti del cinema di Browning sono squisitamente horror: l’amputazione-castrazione, la perdita di potenza, il volto sfigurato e il corpo smembrato che traducono nell’evidenza delle immagini la sotterranea angoscia di frammentazione dell’identità.
La carriera di Browning subisce un paradossale crollo proprio con l’uscita del suo più importante (ed impressionante) film: Freaks (1932); un storia sul circo, sulle persone che lavorano nel circo come “Meraviglie Viventi”, e sul misterioso ma fortissimo legame che vincola ogni membro di questa società sommersa.
La mentalità dell’epoca non era preparata ad un’opera così avanzata dal punto di vista concettuale e visivo. Nulla è peggio di un orrore reale, e soprattutto nulla è peggio dell’orrore della diffidenza e del razzismo nei confronti di chi non è come noi.
Il film viene severamente stroncato dai critici, che lo definiscono nauseante, grottesco… orripilante!
Nelle sale è un fiasco; la gente se ne va inorridita e disturbata mentre la censura lo taglia invasivamente, snaturandolo dei suoi connotati caratterizzanti, con lo scopo di trasformarlo in un normale horror.
Per Browing è una pesante sconfitta: la sua credibilità comincia pian piano a svanire sia per i produttori che per il pubblico.
Nel 1942 il regista americano decide di ritirarsi dalle scene.
Muore il 5 ottobre del 1962 per un tumore, proprio quando la patinata Hollywood del periodo cominciava a rivalutare un cinema originale, sovversivo e scioccante come il suo!
E’ incomprensibile che ancora non sia uscito sul mercato italiano il suo capolavoro, Freaks. In America è uscita a fine 2004 un’edizione a disco singolo con interessanti tre finali alternativi ed un making of sulla genesi del film. Speriamo di vedere presto questo grandissimo film anche da noi, insieme agli altri capolavori del regista americano.
FILMOGRAFIA
La bambola del diavolo (1936)
I vampiri di Praga (1935)
Freaks (1932)
Dracula (1931)
La serpe di Zanzibar (1928)
Lo sconosciuto (1927)
data: 08/05/2006