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Univideo e il mercato dell’Home-Entertainment

Seconda parte dell’intervista a Lorenzo Ferrari Ardicini, presidente di UNIVIDEO

Dopo la prima parte dedicata al progetto Start Up! di CG Entertainment pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Lorenzo Ferrari Ardicini, questa volta in veste di presidente dell’associazione UNIVIDEO.

Come vede il mercato italiano invaso da una miriade di classici pubblicati senza freni da piccole realtà produttive (molte nemmeno iscritte all’associazione di categoria) di qualità decisamente bassa, senza audio in lingua originale e, si vocifera, senza nemmeno avere i diritti di sfruttamento home-video?
Siamo consapevoli di questo tipo di problema ma la cosa più difficile è al momento capire se effettivamente chi pubblica quel titolo ne detiene o meno i diritti. In certi casi la major interessata è riuscita a bloccare la distribuzione grazie al coinvolgimento della SIAE, in altri casi si è scelto un indennizzo successivo all’introduzione sul mercato. L’alternativa sarebbe quella di passare per vie legali ma considerando i tempi italiani lunghissimi la cosa diventa ancora più complessa, nel frattempo il dvd è sul mercato ed è già stato acquistato da molti cinefili. Penso che i proprietari originali dei diritti dovrebbero controllare meglio e cercare di intervenire il prima possibile, visto che sono loro i diretti interessati, e fare in modo che queste cose non accadano, magari cercando di pubblicare una buona parte di classici del cinema che sono di loro proprietà.

Non pensa che così facendo si rovini il mercato, visto che chi acquista questo tipo di prodotto il più delle volte rimane deluso da queste edizioni tecnicamente insufficienti?
Sì, certamente. Ma il problema principale in Italia è la pirateria. Un problema difficile da debellare perché decisamente radicato. Ritengo che sia proprio un problema di mancanza di cultura e di senso civico (nel nostro paese purtroppo su tutti i livelli) amplificato da esempi poco edificanti di personaggi pubblici, i primi che invece dovrebbero dare il buon esempio.

Qual è la situazione del mercato dell’home-video italiano?
Migliore rispetto a qualche anno fa, ma ancora debole se raffrontato ad altri paesi vicini come la Francia e l’Inghilterra. Nel 2015 dopo anni di trend negativo abbiamo visto il segno positivo (intorno al 5%) che per noi è vero e proprio ossigeno. Non ho ancora dati certi per il 2016 ma dovrebbero essere stabili rispetto all’anno precedente. Ha deluso in termini di numeri il mercato della fruizione digitale on-line tramite le varie piattaforme di streaming legale con un volume sul mercato globale che si attesta sul 9% del totale, ancora troppo basso per essere maturo. Anche qui la causa è principalmente la pirateria e la mancanza in diverse parti del paese di una buona e stabile connessione internet. Il governo ha annunciato un coinvolgimento da parte di Enel ma non sarà operativa prima del 2020…

Per cercare di contrastare questo fastidioso fenomeno della pirateria Univideo come ha agito?
In collaborazione con la FAPAV abbiamo lanciato durante l’ultima edizione del Festival di Venezia i primi spot della nuova campagna di sensibilizzazione, questa volta non facendo più leva sull’assonanza copiare=rubare, ma facendo un focus sull’enorme lavoro e sulle tante persone coinvolte sul set, facendo passare il messaggio che se copi o non compri prodotti originali distruggi una vera e propria categoria e queste persone piene di passione e di esperienza potrebbero perdere il loro lavoro… Secondo il mio punto di vista è una campagna molto bella ed azzeccata, sarà composta da 22 spot, saranno visibili in sala, nei prodotti home-video e sul web dove utilizzeremo l’hastag #iofacciofilm per sensibilizzare sempre di più gli italiani. E’ disponibile anche il sito ufficiale del progetto www.iofacciofilm.it.

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data: 25/10/2016