dal 1999 testimone di un’evoluzione

“Da quanto tempo Wim Wenders non ci conquistava con un bel film? Documentari molti, ma una fiction degna di memoria mancava da tempo. Fino a ieri: Perfect Days (Giorni perfetti) è un piccolo gioiellino, piccolo nel formato (quello classico, «quadrato», dei film di una volta) ma grande nell’emozione e nella riuscita. Racconta la vita quotidiana di un cinquantenne (Koji Yakusho, da Palma) che pulisce le toilette pubbliche di Tokyo. Una vita metodica, scandita da azioni sempre uguali: il rituale della

Ti West si è fatto conoscere recentemente al grande pubblico con “X - A Sexy Horror Story” e “Pearl”, due film che comporranno la trilogia del “sesso” e che si concluderà con l’uscita nelle sale di “MaXXXine” ad agosto distribuito da Lucky Red. Debutta nel lungometraggio con l’interessante “The Roost - La tana” nel 2005 per poi proseguire con il pessimo “Trigger Man”, nel 2009 arriva il suo primo film importante, proprio questo “The House of the Devil” che comunque

Nel Million Dollar Hotel di Los Angeles, albergo fatiscente rifugio di emarginati e sbandati, il figlio di un magnate della televisione si toglie la vita. Incaricato delle indagini, il detective Skinner interroga gli abitanti dell’hotel, tra i quali Tom Tom, il migliore amico del morto, e la bellissima Eloise. Appresa la vera identità della vittima, i vari pensionanti escogitano un piano per arricchirsi, mentre tra Eloise e Tom Tom, che da sempre è innamorato della ragazza, nasce una tenera intesa.

“Il titolo è chiaro: il film è la scoperta della città, in questo caso non dell’immagine della città ma dei suoi suoni. Poche città hanno un paesaggio sonoro articolato come Lisbona: lo sferragliare dei vecchi tram, i rumori del porto, il ronzio delle auto sul ponte che attraversa il Tago, gli innumerevoli colombi e sì, i curiosi suoni della lingua portoghese stessa che sembra mangiarsi tutte le vocali. Oltre a questo Lisbona ha la propria musica, come L'Avana ha il

“Affascinante sequel di Il cielo sopra Berlino (1987), Così lontano, così vicino allarga lo sguardo da una Germania finalmente riunificata al passato della sua nazione e di quello di tutta l’Europa, dirigendo un film che, sotto le mentite spoglie di un thriller, diventa opera concettuale e filosofica che riflette sull’arte, la vita e la morale. Il muro di Berlino è oramai caduto da qualche anno. L’angelo Cassiel (Otto Sander) decide finalmente di fare il grande salto: si trasforma in un

“Maria ha più di quarant'anni ma non li dimostra, insegna in una scuola serale, è una donna libera, dinamica. Ha l'arroganza di chi ha superato la condizione di partenza con la determinazione, china sui libri che le hanno permesso di stabilire le sue certezze tra un padre rigidamente comunista e una madre cattolica. Quando al sesto mese di gravidanza Maria partorisce una figlia che, come le dice il medico, "potrebbe morire subito, o sopravvivere con gravi handicap, oppure stare bene,

Nuova edizione (dopo la precedente della RHV uscita nel 2004) ma partendo dallo stesso master visto che al momento non è stato ancora restaurato e/o rimasterizzato. I menu sono decisamente minimal e la qualità video e audio è risultata sufficiente dato un quadro un po’ instabile, la definizione non altissima e una resa cromatica a tratti leggermente ballerina. E l’aspect-ratio non è quello cinematografico visto il formato 1.78:1 al posto del corretto 1.66:1. L’unica traccia audio è quella in dual

Antonio, ingegnere quarantenne, durante un viaggio in auto si imbatte in un gruppo di ragazzi diretti al mare per il week end. I giovani lo invitano a passare la giornata con loro tra scherzi e giochi spensierati. Antonio ritrova le atmosfere della sua gioventù e si innamora di una bella sedicenne, ma l’incanto di questa illusione finisce ben presto ed è costretto a tornare alla realtà della sua vita.

Il genio finlandese ha colpito ancora, dritto al cuore e all’anima degli spettatori con questo suo ultimo, grande film. Così Emanuela Martini sulle pagine di Cineforum: «fate finta che Douglas Sirk abbia deciso di girare una delle sue strazianti storie d’amore come Breve incontro di David Lean, abbassando perciò radicalmente lo status dei suoi protagonisti e, soprattutto, smorzando i toni lussureggianti ed estremi dei suoi intrecci (ma non i colori). E che poi siano passati da lì, da quella storia

“Per terminare il suo nuovo film, il regista Marc si rifugia con un manipolo di fedelissimi a casa di sua zia, in uno sperduto villaggio nelle Cevennes. Ma qui la sua creatività esplode in mille direzioni diverse, gettando la lavorazione nel caos. Allora Marc inizia a comporre un manuale che raccolga le soluzioni a tutti i problemi del mondo…” Michel Gondry ha regalato al cinema numerose perle grazie al suo stile inconfondibile, grottesco ma malinconico, psicologico e irriverente, opere del calibro di “Se mi