dal 1999 testimone di un’evoluzione

Alessandro Blasetti

Il grande precursore

Innovatore di stili, creatore di generi, maestro di cinema: Alessandro Blasetti nato a Roma nel 1900 e morto nel 1987 ha «inventato» il neorealismo, il film a episodi, la commedia all’italiana e il film-inchiesta.
Ha militato nel cinema per oltre quarant’anni e in questa lunga carriera ha lasciato segni indimenticabili.

Di questi segni, purtroppo oggi non si hanno grandi informazioni, eppure non c’è quasi un genere che non debba qualcosa a Blasetti.

Il genere classico più noto, ad esempio, quella corrente storica che i critici chiamano «neorealismo», l’hanno espresso, è risaputo, Visconti, Rossellini e De Sica, ma non c’è dubbio che, prima ancora della guerra, ne abbia posto le basi proprio Blasetti. Già nel 1929 con «Sole», un film che fece parlare, i critici di allora, di un autentico «rinascimento del cinema italiano», poi, qualche anno dopo, con il film che sarebbe rimasto il suo capolavoro, «1860», e ancora, un po’ più tardi, nel 1942, con quella limpida e concreta commedia zavattiniana che sarà «Quattro passi tra le nuvole».

In «1860» arrivò addirittura ad anticipare una delle formule più tipiche del neorealismo, gli interpreti presi dalla strada, accettati con le loro voci e senza alcun timore per i loro dialetti.

Ancora un altro genere, noto in Francia ma insolito per il nostro cinema, quello del film a episodi, che Blasetti inaugura con due film «Altri tempi» e «Tempi nostri», che oltre a consentirgli di mettere in pratica la poetica del racconto breve con il cinema, lo spingono anche a teorizzare, con quelle virtù critiche che lo seguivano dai suoi esordi come saggista, i rapporti diretti fra letteratura e cinema, con affermazioni e prove rimaste poi definitive.

E la commedia all’italiana? A parte il neorealismo e la sua solennità di momento storico-estetico, non c’è stato e non c’è tuttora, nel nostro cinema, un genere più celebrato e popolare, ripreso anche oggi da molti registi quando vogliono essere sicuri di mettere a frutto nel modo migliore le doti di questo o quel comico.

Chi ricorda oggi che anche a questo genere, per primo, ha posto mano Blasetti, meritando a pieno titolo di esserne considerato l’inventore?
La data è il 1955, il film è «Peccato che sia una canaglia». Nasce la coppia Loren-Mastroianni (che ritroveremo subito dopo nella «Fortuna di essere donna»), nasce il modo di far cinema più brillante, allegro e festoso che si sia visto nel dopoguerra sui nostri schermi: poi decaduto a farsa, con moduli ripetuti e ripetitivi, ma alla sua origine, una vera e propria ventata d’aria fresca in una cinematografia che tendeva solo ad imitare HolIywood o a sonnecchiare su glorie ormai passate.

Altra invenzione, anche questa, dopo, male imitata e fatta scadere quasi nel porno, quella dei film-inchiesta sulla vita notturna nel mondo, «Europa di notte» (1958), «lo amo tu ami … » (1961): ancora gli episodi ma con il sapore appunto del documento, che lo fecero riuscire nella difficile impresa estetica di fondere felicemente insieme la cronaca dal vivo con lafiction, rispettando tempi, temi e proporzioni.

Con la conseguente estensione di queste ricerche anche al mezzo televisivo di cui Blasetti,dalla metà degli anni Cinquanta, diventerà per trent’anni uno degli autori più creativi, fertili e saldi che ci abbiano proposto i nostri teleschermi. Con l’accento appunto sulle inchieste, ma con quella profonda conoscenza del cinema che il più delle volte gli faceva indirizzare le sue ricerche a momenti ed aspetti tra i più significativi della storia dello spettacolo cinematografico.

Cinema e televisione, ma partendo sempre dal cinema e poi tornandovi: con una padronanza dello stile, una conoscenza tecnica del mezzo, un’esperienza professionale che rimarranno il segno più tipico di Blasetti e del suo muoversi nel cinema. Uniti ad una virtù umana e civile fondamentale: il rispetto per gli altri e la solidarietà. Manifestati e via via ripetuti da «Sole», «lo, io, io … e gli altri», il suo ultimo film d’autore del ’66. Il credo di tutta un’opera… e di tutta una vita.

I FILM DI ALESSANDRO BLASETTI:

Sole (1929)
Nerone (1930)
Terra madre (1931)
Resurrectio (1931 )
Palio (1932)
La tavola dei poveri (1932)
Il caso Haller (1933)
L’impiegata di papà (1933)
1860 (1934)
Vecchia guardia (1934)
Aldebaran (1935)
Contessa di Parma (1937)
Ettore Fieramosca (1938)
Retroscena (1939)
Un’avventura di Salvator Rosa (1940)
La corona di ferro (1941)
La cena delle beffe (l 941)
Quattro passi tra le nuvole (1942)
Nessuno torna indietro (1945)
Un giorno nella vita (1946)
Fabiola (1947)
Prima comunione (1950)
Altri tempi (1951)
La fiammata (1952)
Tempi nostri (Zibaldone n. 2) (1954)
Peccato che sia una canaglia (1954)
La fortuna di essere donna (1956)
Amore e chiacchiere (Salviamo il panorama) (1957)
Europa di notte (l959)
Io, amo, tu ami… (Antologia universale dell’amore) (1961)
La lepre e la tartaruga episodio di «Le quattro verità» (1962)
Liolà (1963)
Io, io, io… e gli altri (1965)
La ragazza del bersagliere (1967)
Simon Bolivar (1969)

data: 03/12/2006