dal 1999 testimone di un’evoluzione

Vincente Minnelli

L’elegante cineasta

Raffinato, sottile, elegante, amante della pittura e dell’arte: il cineasta di origine italiana è ormai unanimamente riconosciuto come uno dei maestri della storia del cinema.

Vincente Minnelli nasce a Chicago, nell’Illinois, da padre siciliano e da madre francese, il 28 febbraio 1903. Uomo di profonda cultura umanistica, innamorato di Proust, del romanzo francese dell’Ottocento e dei pittori impressionisti, Minnelli è un nomade della visione, un visionario in grado di assorbire ogni forma d’arte che non si troppo drastica, allo scopo di immetterla in un magma espressivo di armoniosa evidenza pittorica e narrativa.

Allo stesso tempo spiritoso e complesso, Minnelli è un regista che dirige di preferenza musical e melodrammi di travolgente bellezza, le sue cadenze sono spettacolari, ampie e sognanti.

Anche i suoi più celebri e bistrattati melodrammi, da «La tela del ragno» (1955) a «Qualcuno verrà» (1959), da «Il bruto e la bella» (1952) a «A casa dopo l’uragano» (1960), da «Due settimane in un’altra città» (1962) a «Castelli di sabbia» (1965), da «Tragico segreto» (1946) a «I quattro cavalieri dell’Apocalisse» (1962), sfuggivano spesso agli sguardi più superficiali. Quel che in parte successe anche con le sue commedie «Il padre della sposa» (1950) e «La donna del destino» (1957).

Oggi bisogna davvero ricominciare a leggere i suoi film, con le loro preziose stratificazioni narrative che stanno ad indicare la statura di un mito dell’invenzione cinematografica e artistica. In Italia sono usciti – ad oggi – pochi film… La Warner ha editato “Due cuori in cielo” (un imperdibile musical-fiaba), “Un americano a Parigi” (con l’indimenticabile coppia Gene Kelly e Lesile Caron), “Spettacolo di varietà” (che dire? Un capolavoro assoluto!), “Brigadoon”, il bellissimo “Brama di vivere” (film sul pittore Vincent Van Gogh, dove Minnelli si cimenta con il genere biopic) e “Gigi”. Paramount ha invece pubblicato “L’amica delle 5 e ½” con un’indimenticabile Barbra Streisand. Proprio questo mese Warner riedita in edizione speciale a doppio disco “Un americano a Parigi” mentre la General Video propone per la prima volta “Papà diventa nonno” film che segue il planetario successo de “Il padre della sposa”.

Per comprendere al meglio Minnelli occorre quindi ritornare alla narrativa ed alla pittura europea della seconda metà dell’Ottocento, magari proprio alla forza complessa di Balzac più che alla sintesi di Flaubert, per capire meglio questo aspetto bisognerebbe riguardare «Madame Bovary» (1949), opera di asciutta ed elegante bellezza. Il rimando agli impressionisti è d’obbligo, filtrati però da un gusto distesamente spettacolare, sempre compresi nelle loro strutture interne e rivisitati come già accadeva nell’ambito della letteratura, con ispirata passione e con estrema lucidità mentale.

Figlio d’arte, Minnelli, è padre-padrone di un’arte vissuta attraverso un’assoluta padronanza di mezzi espressivi. Il padre era direttore d’orchestra, la madre attrice. Nel teatro-tenda dei genitori e parenti, il futuro regista debutta a tre anni e mezzo. Poi comincia a dedicarsi al disegno, dipingendo cartelloni e manifesti. Come scenografo lavora al Paramount Theater di New York, e nel 1934 viene ingaggiato dal Radio City Music Hall come costumista. Con l’opera «Ziegfield Follies» (1946) dirige il primo “balletto surrealista” di Broadway.

Successivamente viene assunto dalla Paramount, ma rompe immediatamente il contratto, scelta che lo porterà a rimanere inattivo per sette lunghi mesi.

Trova però in Arthur Freed della Metro-Goldwyn-Mayer un lungimirante produttore. Nel 1943 dirige il suo primo musical, «Due cuori in cielo», a cui seguono altri successi, come il piccolo capolavoro «Incontriamoci a St. Louise» (1944), “Jolanda e il re della samba” (1945) e «Ziegfield Follies” (1946).

I rapporti con la casa del Leone ruggente durano più di vent’anni, ma in tutto questo tempo c’è sempre qualcosa in lui che va oltre i dettami di Hollywood ed il marchio di fabbrica della casa produttrice: è un purissimo anelito, frenetico ed estatico, verso la bellezza dell’arte!

I FILM DI VINCENTE MINNELLI

“Due cuori in cielo” (Cabin in the Sky, 1943). Con Ethel Waters.
“Il signore in marsina“ (I Doot It, 1943). Con Red Skelton.
“Incontriamoci a Saint Louis” (Meet Me In Saint Louis, 1944). Con Judy Garland.
“L’ora di New York” (The Clock, 1944). Con Judy Garland.
“Jolanda e il re della samba” (Yolanda and the Thief, 1945). Con Fred Astaire.
“Tragico segreto” (Undercurrent, 1946). Con Katharine Hepburn.
“Il pirata” (The Pirate, 1948). Con Gene Kelly.
“Madame Bovary” (id., 1949). Con Jennifer Jones.
“Il padre della sposa” (Father of the Bride, 1950). Con Spencer Tracy.
“Un americano a Parigi” (An American in Paris, 1950). Con Gene Kelly.
“Papà diventa nonno” (Father’s Little Dividend, 1951). Con Spencer Tracy.
“Il bruto e la bella” (The Bad and the Beautiful, 1952). Con Kirk Douglas.
“Spettacolo di varietà” (The Band Wagon, 1953). Con Fred Astaire.
“12 metri d’amore” (The Long, Long trailer, 1954). Con Lucille Ball.
“Brigadoon” (id., 1954). Con Gene Kelly.
“La tela del ragno” (The Cobweb, 1955). Con Richard Widmark.
“Uno straniero tra gli angeli” (Kismet, 1955). Con Howord Keel.
“Brama di vivere” (Lust for Life, 1956). Con Kirk Douglas.
“Tè e Simpatia” (Tea and Sympathy, 1956). Con Deborah Kerr.
“La donna del destino” (Designing Woman, 1957). Con Gregory Peck.
“Gigi” (id., 1958). Con Leslie Caron.
“Come sposare una figlia” (The Reclutant Debutante, 1958). Con Rex Harrison.
“Qualcuno verrà” (Some Came Running, 1959). Con Frank Sinatra.
“A casa dopo l’uragano” (Home From the Hill, 1960). Con Robert Mitchum.
“Susanna agenzia squillo” (Bells Are Ringing, 1960). Con Judy Holliday.

“I quattro cavalieri dell’Apocalisse” (The Four Horsemen of the Apocalypse, 1961). Con Glenn Ford.
“Due settimane in un’altra città” (Two Weeks in Another Town, 1962). Con Kirk Douglas.
“Una fidanzata per papà” (The Courtship of Eddie’s Father, 1963). Con Glenn Ford.
“Ciao Charlie” (Goodbye, Charlie, 1964). Con Tony Curtis.
“Castelli di sabbia” (The Sandpiper, 1965). Con Elizabeth Taylor.
“L’amica delle 5 e ½ ” (On a Clear Day You Gan See Forever, 1970). Con Yves Montand
“Nina” (A Matter of Time, 1976). Con Liza Minnelli.

(c) Photo by Hulton Archive/Getty Images

data: 22/02/2007