Lo schivo osservatore del mondo
Alla scoperta di Chris Marker
Finalmente, per la prima volta, tre delle opere più importanti del regista francese Chris Marker, vengono pubblicate in Italia da RHV; in un cofanetto con 2 dvd uscito il 20 marzo la casa romana propone “La Jetée” ” Sans Soleil” e “Level Five”.
Ripercorriamo brevemente la sua storia.
Nasce a Neuilly-sur-Seine, il 29 luglio 1921 e il suo vero nome è Christian François Bouche-Villeneuve.
Sin da giovanissimo segue i corsi di filosofia di Jean-Paul Sartre ed ottiene il diploma. Durante la Seconda Guerra mondiale, vive la Resistenza in quanto paracadutista ed è proprio in questo periodo che nasce lo pseudonimo “Marker” che prende spunto dagli omonimi pennarelli.
Negli anni a venire collabora con l’UNESCO e questo gli permette di girare il mondo. Visita numerosi paesi e al ritorno racconta e riferisce tutto ciò che vede, nei suoi film e nelle riviste con le quali collabora.
E’ quindi cineasta, montatore, fotografo, scrittore, giornalista e reporter: “per lui il commento parlato di un film non è qualcosa da aggiungere all’immagine ma quasi l’elemento fondamentale”. Andrè Bazin
Chris Marker è un personaggio solitario ed enigmatico, impossibile da etichettare (e soprattutto fotografare). Mai legato ad un genere, mescola nelle sue opere la narrazione, il saggio, il manifesto politico, restando però sempre molto attento agli avvenimenti contemporanei e alle trasformazioni sociali.
Il suo modo di fare cinema ha influenzato generazioni diverse di cineasti, alla “Jetée” per esempio si è ispirato Terry Gilliam per il suo cult “L’esercito delle 12 scimmie” nel 1995.
Tra le sue opere più note “Les statues meurent aussi” del 1953 co-diretto con Alain Resnais, “Dimanche à Pekin” del 1956, “Les Astronautes” (1959) co-realizzato con Walerian Borowczyk, “¡Cuba Sí!” del 1961, “Le joli mai” del 1963 e “La jetée” del 1962.
Quest’ ultimo breve film francese, della durata di circa 28 minuti, non è precisamente un film e infatti Marker stesso lo definisce un “cineromanzo”: si tratta di una serie di fotografie in bianco e nero collegate da dissolvenze e tagli netti commentate da una voce fuori campo che da sola rende il senso dello svolgersi della trama (attenzione all’unico fotogramma “in movimento” in cui Hélène Chatelain sorride…) fino quasi a creare allo spettatore un effetto ipnotico dato il bombardamento di immagini.
Nel 1982, Sans Soleil stende i limiti del genere ” documentario”. È una prova, un montaggio, dove vengono mescolate alcune parti di documentario e di finzione con commenti filosofici. Questa mescolanza crea un’atmosfera di sogno, alquanto fantascientifica.
I temi principali e da lui più amati sono il Giappone, la memoria, il ricordo ed il viaggio. Il titolo del film è tratto dal ciclo di canzoni Sunless di Modest Mussorgsky.
Con Sans Soleil, Marker sviluppa un interesse consolidato per le tecniche numeriche che lo conduce a realizzare il film Level Five con l’attrice Catherine Belkhodja che mette in scena una profonda e tagliente riflessione sulla battaglia di Okinawa. Sebbene classificato, spesso a torto, come un documentario, questo film è in parte finzione unita però a reali testimonianze sulla battaglia di Okinawa.
Tutti i film di Chris Marker sono impegnati politicamente e si definiscono rivoluzionari. Pechino, Cuba, la Siberia, sono i luoghi prediletti dei suoi documentari.
Ha trattato molto i temi della lotta contro l’oppressione (guerra, conflitti, Vietnam, Bosnia-Erzegovina) e della lotta sindacale ed operaia.
In egual modo si è però dedicato anche alla realizzazione di alcuni ritratti di cineasti come Une journée d’Andrei Arsenevitch su Andrei Tarkovsky nel 2000 ed A.K. su Akira Kurosawa nel 1985.
Chris Marker vive attualmente a Parigi e non rilascia quasi mai interviste, rafforzando così il mistero che cinge il suo personaggio.
I suoi film sono proiettati regolarmente in Francia, una quindicina di essi è visibile al Forum des Images in modo permanente.
La Jetée è la storia di un ragazzino, in visita all’aeroporto di Orly con i genitori, il quale assiste ad un incidente, ma mentre tutti corrono verso un uomo morto, il ragazzino si fissa sul viso di una giovane donna. Molti anni dopo i sopravvissuti a una guerra nucleare sperimentano i viaggi attraverso il tempo e scelgono un giovane per il potente ricordo che continua ad avere della piattaforma di Orly. Con un po’ di fortuna ritornerà sul luogo di quell’incidente…
“Marker costruisce in pochi minuti un intero universo, esplora paradossi temporali su cui giocherà la fantascienza, riflette sulla natura dell’immagine e del cinema, e soprattutto trasmette una suggestione irripetibile.” P.Mereghetti
In Sans Soleil una donna legge e commenta le lettere che riceve da un amico cameraman, il quale si interroga sul senso della rappresentazione del mondo di cui egli è l’inarrestabile strumento, e sul ruolo della memoria che contribuisce a costituire. Un suo compagno giapponese, risponde da parte sua aggredendo le immagini della memoria, smembrandole al sintetizzatore. Un cineasta s’impadronisce di questa situazione e ne fa un film…
In Level Five Laura ha “ereditato” un compito: concludere un videogioco dedicato alla battaglia di Okinawa. Al contrario dei classici giochi di strategia, il cui scopo è di rovesciare il corso della Storia, esso consente solo di riprodurre questa Storia così come è accaduta. Ma lavorando su Okinawa, incontrando per mezzo di una misteriosa “rete” parallela ad Internet alcuni informatori e testimoni della battaglia, Laura accumula i pezzi della tragedia fino al punto in cui essi andranno ad interferire con la sua vita. Raggiungerà il “Level Five”?
Vi rimandiamo alla sezione recensioni per la valutazione tecnica del cofanetto edito dalla RHV.
data: 16/04/2007