dal 1999 testimone di un’evoluzione

Antonio Pietrangeli

Il maestro dell’amara commedia all’italiana

La “golden age” del cinema italiano può sicuramente essere considerata quella che inizia dal dopoguerra ed arriva fino agli anni ’60. Un’epoca storica per il nostro cinema, che ha sfornato film, registi e stili ed ha influenzato i cineasti di mezzo mondo,
in cui siamo abituati a sentir parlare di Rossellini, Visconti, Fellini, Antonioni e Pasolini. Senza nulla togliere a questi grandi maestri, sottolineiamo che esistono però anche una manciata di gloriosi registi che devono essere ricordati per aver regalato alla storia del cinema italiano autentici capolavori. Parliamo di personaggi del calibro di Mario Monicelli, Pietro Germi, Luigi Comencini e Antonio Pietrangeli.

Ed è proprio su Antonio Pietrangeli che vogliamo accendere i riflettori del nostro cono d’ombra, lo speciale di DVD italy dedicato alla valorizzazione dei film e dei maestri del passato. Arguto e preciso nel raccontare la contraddittoria Italia negli anni del miracolo economico, Antonio Pietrangeli è stato trascurato e sottovalutato rispetto alle produzioni contemporanee della commedia all’italiana.
Innovatore, moderno ed autentico pioniere dell’ “Italian Comedy” che parla al femminile, Pietrangeli era un regista che sapeva raccontare e che voleva cambiare stile, di opera in opera.

Laureato in medicina, aderente agli ambienti antifascisti capitolini, autorevole firma di riviste di critica cinematografica specializzate come “Cinema” e “Bianco e Nero”, sceneggiatore per Visconti (Ossessione, 1942) e Rossellini (Europa 51, 1952), Pietrangeli esordisce alla regia nel 1953, realizzando un episodio del corale Amori di mezzo secolo.
Negli anni ’50 realizza altri quattro film, Il sole negli occhi (1953), Lo scapolo (1955), Nata di marzo (1957) e Souvenir d’Italie (1957), che ebbero entusiastiche recensioni e che, soprattutto, trovarono nel pubblico appartenente al gentil sesso uno spettatore entusiasta. La forza del cinema di Pietrangeli sta, infatti, nel saper porre al centro dell’attenzione, la donna, in qualsiasi sua sfaccettatura.
Il cineasta romano si occupa quasi esclusivamente della psicologia femminile, allineando con finezza ed amarezza una serie di ritratti di giovani e di donne frustrate, avvicinandosi con sensibilità e pudore all’universo femminile colto nella sua fragilità e debolezza nei confronti del potere maschile.
Quando nel 1960 realizza Adua e le compagne, Pietrangeli è già un regista affermato, circondato da collaboratori importanti come Scola, Pinelli e Maccari, coccolato non solo dalla critica cinematografica (Miglior film italiano, Ciak d’oro) ma anche da quella internazionale che lo premia per l’altro film uscito in quell’anno, Fantasmi a Roma.

Nonostante le battute d’arresto con le tragicommedie La parmigiana (1963) ed Il magnifico cornuto, nel 1965 il regista firma il suo capolavoro assoluto, Io la conoscevo bene, film che lancia definitivamente Stefania Sandrelli, nel ruolo di una sbandata che passa da un uomo all’altro, con apparente leggerezza.
Per questo film ricevette il Nastro d’argento dei critici sia per la regia che per la sceneggiatura. Concepito già prima della data di uscita e rimandato per contrasti con la produzione, che voleva Natalie Wood o Brigitte Bardot nel ruolo che verrà poi superbamente interpretato da Stefania Sandrelli, Io la conoscevo bene è un’analisi pungente delle illusioni di una giovane donna, attratta dal mito del benessere e dal miraggio della celebrità, fino ad una tragica sconfitta. Nuova e originale per l’epoca si rivelò la struttura narrativa della pellicola, frammentata in più episodi che scandiscono la crisi esistenziale della protagonista, mentre l’uso dei successi musicali del momento come colonna sonora precorre una delle caratteristiche del cinema americano degli anni Settanta.

Tre anni più tardi Pietrangeli morirà annegato tra le acque di Gaeta durante le riprese di Come, quando, perché, che arriverà nelle sale l’anno dopo. Era il 12 luglio del 1968 e il cinema aveva appena perso un narratore unico.

Filmografia di Antonio Pietrangeli

Girandola 1910 (1953) – Episodio di “Amori di mezzo secolo” –
Il sole negli occhi (1953)
Lo scapolo (1955)
Nata di marzo (1957)
Souvenir d’Italie (1957)
Adua e le compagne (1960)
Fantasmi a Roma (1960)
La parmigiana (1963)
La visita (1963)
Il magnifico cornuto (1964)
Io la conoscevo bene (1965)
Fata Marta (1966) – Episodio de “Le fate” –
Come, quando, perché (1969)

data: 21/02/2006