dal 1999 testimone di un’evoluzione

Cronache dalla sala – C’era una volta il 3D

“Viaggio al centro della terza (ri)dimensione”

“Animals United”, “L’orso Yoghi”, “The Green Hornet”, “I Fantastici Viaggi di Gulliver”, “Sanctum”, “The Shock Labyrinth”… sono solo alcuni degli sventurati titoli in 3 dimensioni che stando portando questa nuova tecnologia verso un vero e proprio binario morto. Il pubblico in sala si dirada, il fenomeno si ridimensiona e l’inattendibilità di certi prodotti non fa altro che aggiungere scetticismo all’utente finale. E pensare che poco più di un anno fa grazie al grande successo di “Avatar” si parlava già del 3D come di una nuova frontiera, della grande rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare e consumare cinema… qualcuno disse che “mai sarebbe stato più come prima”! Grazie al consenso popolare ottenuto per la fanta-produzione firmata Cameron, sembrava aprirsi il più sconvolgente mutamento per la settima arte, il cinema avrebbe dato il “la” da subito ad una contaminazione che sarebbe proseguita nel mercato dell’home video, del broadcasting fino ad arrivare al videogame e alla telefonia mobile. Fatto sta che nell’odierno presente il 3D che conta, nel nostro paese una vita di quasi 2 anni, sembra già essere arrivato al capolinea.

La rivoluzione delle meraviglie sembra aver già sparato tutte le proprie cartucce, quel grande slancio iniziale sembra essersi aggrovigliato attorno a se stesso; vuoi per il prezzo maggiorato sul singolo biglietto, vuoi per la pubblicità negativa fatta sull’occhiale e sui suoi potenziali pericolosi effetti collaterali, vuoi per la mediocre offerta di titoli, il pubblico sta abbandonando da tempo la strada nuova per riprendere quella vecchia.

Quale il motivo di questa debacle? Cosa non sta funzionando?
Perché l’industria cinema si è trovata così impreparata a gestire un concept all’apparenza allettante?

Il 3D di fatto è un fulgido esempio di chimera: un’allettante fantasticheria dalla vita breve. Questa tecnologia nello spettatore non rilascia un vero e proprio desiderio di ripetere l’evento, già durante la visione del film si innesca una sorta di assuefazione che, quando non rischia di renderla fastidiosa, fa dimenticare fin da subito il tipo di esperienza che si sta vivendo. Se poi si aggiunge a tutto questo uno sgangherato titolo avvertito come vera e propria “bufala” pensata solo per spillare qualche euro in più sul prezzo del biglietto ecco che di lì a breve si innesca un vero e proprio rigetto da presa per i fondelli.

Il bisogno a tutti i costi di impostare strategie in larga scala con l’intento di smuovere un mercato e di incrementare i consumi non sempre porta i suoi frutti, specie se lo studio di un complesso hardware non è accompagnato da software funzionali ma soprattutto da applicazioni vincenti.

Il nuovo establishment cinematografico sempre più propenso alla mera mercificazione del cinema, ha ritenuto opportuno adeguare il proprio prodotto a qualcosa di concettualmente immediato e allettante per provare a guadagnare fin da subito qualcosa in più, senza costruire un vero e proprio parco titoli realmente originali e adeguati alla nuova tendenza. Pensando di aver trovato la gallina dalle uova d’oro, ha letteralmente scaraventato sul mercato “camionate” di titoli scellerati, di pasticci digitali travestiti di 3D e puntato quasi esclusivamente sul riciclo di saghe ormai morte e dimenticate da tempo.

Non è così che si costruisce un trend, esistono una serie di passaggi da rispettare, esiste un progetto a lungo periodo che deve essere pianificato con criterio ma soprattutto deve essere chiara la consapevolezza che l’utente finale, che sta alla base della “catena alimentare”, non deve essere trattato come un mero pollastro da spennare.

In tutto questo si dimentica troppo presto che il nocciolo di un’esperienza filmica è rappresentato dalla sua parte emotiva, un sentimento che per essere prodotto non ha bisogno di sofisticati tecnicismi ma solo di una vera e sana passione… più o meno tutta quella che, con molte probabilità, non si riuscirà mai a trovare nel nuovo “Piranha 3D”.

data: 05/03/2011