dal 1999 testimone di un’evoluzione

Cronache dalla sala – Madagascar 2

Umani… troppo umani!

Gli animali della savana sono così vivi e belli che quando li vediamo tristemente umanizzati in un film d’animazione ad uso e consumo del trend natalizio fanno venire uno strano fastidio. L’ “umanizzazione” strumentalizzata ad arte da Dreamworks che con Madagascar 2 è presente nelle sale in questo lungo periodo natalizio, ci fa pensare a quanto sarebbe triste la vita degli animali se assomigliassero a noi comuni mortali; uomini con problemi di diversità, di immagine, di solidarietà, di denaro, di ego frustrato, di confine, di libertà d’espressione e di tutta una sequela di luoghi comuni che persistono all’interno del film d’animazione diretto da Eric Darnell e Tom McGrath.

Gli animali protagonisti di questo sequel (il primo episodio uscì nel settembre 2005) sono personaggi raccontati con poca fantasia e con tanta… troppa retorica.
Le problematiche del leone diverso per natura e delle sue difficoltà nell’essere accettato dai genitori e dal branco sono uno dei tanti subdoli escamotage per raccontare il presente attraverso la solita storiella ruffiana.

Se per un attimo, durante la proiezione di Madagascar, chiudessimo gli occhi e ascoltassimo il solo parlato accompagnato dalla musica, ci sembrerebbe di stare davanti alla tv in uno di quei pomeriggi in cui si trasmettono soap-opera americane per famiglie.

Non di sola animazione vive un film, la parte più importante di un’opera visiva è la sua idea; alla base di qualsiasi raffigurazione statica o in movimento l’idea prima e la storia poi ne rappresentano il suo principale fulcro.
La scrittura è il contenuto, l’immagine è il suo contenitore.
Se Shakespeare ha resistito tanto nei secoli è stato grazie alla bellezza con cui attraverso i suoi racconti ha saputo rendere immortali le sue opere.

Madagascar 2 invece è costruito ad immagine e somiglianza di questo nostro caro presente, un prodotto con un alto tasso di immagine ed un bassissimo contenuto di storia, per dirla in parole povere il contenitore è costato almeno cento volte il suo contenuto. Chissà se i ragazzi della Dreamworks riusciranno in futuro a riequilibrare un po’ i livelli… per ora continuiamo a gustarci i nostri capolavori Pixar.

data: 22/12/2008