dal 1999 testimone di un’evoluzione

Cronache dalla sala – Shrek 3D

La terza dimensione è quella del riciclo.

Se è vero che la nostra società dovrà andare incontro all’ambiente grazie al riciclo dei prodotti e delle materie prime, è il caso di dire che il nostro cinema con le storie che racconta ha intrapreso questo percorso ormai già da molto tempo. La nuova stagione cinematografica che ci porterà verso l’inverno si preannuncia già misera e priva di contenuti; i prodotti usciti finora insieme a quelli annunciati fanno già presagire ad un ulteriore abbassamento della curva qualitativa.

Analizzando da subito i recenti film come il fantascientifico “Pandorum”, l’orrorifico “Splice” ma sopratutto l’alchimistico “L’apprendista stregone” ci si rende conto che la creatività associata al piacere di inventare è il fondamentale pezzo mancante di un cinema commerciale moderno che non fa altro che scopiazzare male e senza troppo pudore. Che barba e che noia… vedere riprodotti in serie i meccanismi di narrazione e di suspense, assistere al continuo sfoggio di parrucchini da parte del supergiovane Nicolas Cage o all’ostentata mostra del cartonato parlante (scala 1:1) di Monica Bellucci. I personaggi che abitano queste storie sono patetici, incolori, teleguidati da un’industria che ha scoperto che investire in sacchi di granturco fa fruttare molti più soldi che investire in autori.

Il viaggio dell’eroe, quello che intraprese Luke Skywalker tanto tempo fa… in una galassia lontana è arrivato al capolinea, gli eroi di questa nuova frittura cinematografica sapientemente impanata sono chimere destinate a scomparire velocemente insieme ai loro film. La grande cucina del nuovo cinema trita, affetta, sminuzza gli ingredienti di un passato sicuramente più glorioso e li getta in una grande betoniera bollente che impasta, mescola e sforna prodotti senza sostanza ma splendidamente confezionati e venduti nei moderni supermarket del cinema.

L’esempio più calzante di riciclo cinematografico è quello che sta proponendo il 3D, una tecnologia che dovrebbe spingere verso un’evoluzione della specie, ma che invece sembra essere utilizzata per rimettere sul mercato linee produttive abbandonate da tempo come nel caso di Shrek, il cartone digitale marcato DreamWorks che magicamente veste i panni del 3D per un quarto capitolo tronfio e inutile messo in cantiere solo per fare cassa. Presto grazie al 3D e ai suoi poteri rigeneranti altre saghe torneranno a vivere: da “I Pirati dei Caraibi” a “Resident Evil”, da “Men in Black” ai prequel di “Alien”, fino ad arrivare allo scatenato “Step-Up” storia di balli e amori a passo di danza.

Nulla di nuovo purtroppo, il cinema continua la sua inarrestabile corsa verso la mercificazione totale del proprio prodotto; fino a qualche tempo il grande schermo era una grande porta per uscire dall’ordinario ora è sempre più un sedativo per spegnere il cervello e non ricordare più nulla.

data: 30/08/2010