dal 1999 testimone di un’evoluzione

Freaks (2)

(Ermitage)

DATI TECNICI: 1.37:1 – DD 1.0 (ing)

Freaks è considerato dai cinefili uno dei film più disturbanti della storia del cinema. Il primo inventore di questa macabra storia fu l’autore del soggetto Tod Robbins che lasciò il testimone allo sceneggiatore Clarence Robbins, il quale insieme al genio creativo del regista Tod Browing creò questa opera ancora oggi pervasa da una lucida follia. Da Wikipedia: “Si tratta, sotto molto aspetti, di un’opera anomala e in un certo senso anche maledetta (all’interno del panorama cinematografico degli anni in cui fu prodotta). Un capolavoro circondato fin dalla sua uscita da un’aura di mistero, incubo e paura. In Inghilterra ne fu vietata la visione per circa trent’anni. Il film deve gran parte della sua celebrità anche alla presenza nel cast di veri freaks: termine che in maniera notevolmente cruda definisce nella lingua inglese persone con gravi deformità fisiche. Concepito inizialmente come film horror per risollevare le sorti della compagnia Metro-Goldwyn-Mayer, alla sua uscita viene invece dapprima rinnegato dalla stessa società di produzione e poi drasticamente censurato. Anche nell’Italia fascista il film venne bandito e uscì solo all’inizio degli anni settanta e, solo in televisione, dopo essere stato doppiato su richiesta della RAI e trasmesso per la prima volta verso la fine degli anni 80 in una trasmissione notturna di Enrico Ghezzi. In realtà la pellicola, che narra le vicende in un circo di un gruppo di teatranti ostacolati da una cinica rivale, non analizza in maniera né impietosa né elogiativa la triste e mostruosa condizione dei deformi artisti circensi. Il film si presenta invece come un’amara, caustica ma anche toccante allegoria sulla “diversità”, affermando che spesso è proprio dietro la “normalità” degli individui comuni che si nasconde la vera “mostruosità”. Browning trattò la diversità dei freaks con simpatia e poetica compassione, ponendo l’attenzione sui loro sentimenti umani per sottolineare come essi non fossero differenti dai sentimenti provati dall’uomo medio”.

Questa nuova edizione Ermitage / Dynit e distribuita da Terminal Video risolve il problema del video “scattoso” della prima edizione D-Cult (qui la nostra recensione: www.dvd-italy.it/recensioniold.asp?id=1808) quindi possiamo dire che è migliorata molto la fruibilità dell’opera ed è ora possibile vedere questa pellicola in maniera consona e senza problemi tecnici. Ci fa molto strano vedere il quadro 1.37:1 molto piccolo, probabilmente a causa di un authoring poco attento che non ha adattato il formato allo spazio massimo del 4:3. Il master utilizzato è comunque originale e di buona qualità grazie ad un’ottima definizione e ad un valido bilanciamento dei grigi. Quello che delude è – ancora una volta – l’assenza dei contenuti speciali, visto che sono presenti solo alcune curiosità sul film in versione testuale. Per un film del genere erano d’obbligo un po’ di filmati di approfondimento, almeno quelli che la Warner Bros. ha realizzato per le sue edizioni pubblicate in America ed in Francia. La produzione, uscita a febbraio del 2015, presenta un copyright del 2010, quindi con ogni probabilità è una ristampa e non una vera nuova edizione, tra l’altro con menù decisamente amatoriali. Rispetto alla precedente edizione qui perdiamo il doppiaggio italiano (era un ridoppiaggio recente e comunque piuttosto scarso) ma per fortuna la traccia audio in lingua inglese ha una più che buona resa. Questa, ad oggi , è comunque l’unica edizione valida, sperando che prima o poi arrivi una vera e propria definitive edition!

VOTO:    2.5   

data pubblicazione: 01/2016