dal 1999 testimone di un’evoluzione

Interiors

Quando Allen citò Bergman

Tra due capolavori come “Io e Annie” (1977) e “Manhattan” (1979), Woody Allen nel 1978 esce nelle sale cinematografiche con un film anomalo per la sua produzione: “Interiors”.

Con “Interiors”, ritratto di una famiglia americana benestante al cui interno covano pesanti nevrosi e frustrazioni pronte ad esplodere, Allen omaggia il regista che forse ha più amato nella sua vita artistica: Ingmar Bergman.

Ciò che fuoriesce da questa esaltante sperimentazione è un film perfetto!

La storia è cruda, i personaggi completi, l’intreccio e la fotografia di Gordon Willis una vera e propria citazione del cinema bergmaniano.

Woody Allen riesce a distaccarsi per un attimo dal suo filone e crea il film diverso, il grande omaggio, un’opera di rottura che dimostra come il cineasta newyorkese sia un autentico pittore di grande cinema.

“Citare Bergman senza essere Bergman!”
Questa è la grande lezione di Allen alla fine del film.
Citare il grande cinema rimanendo sè stessi, senza patetismi, ma con lucida e spiccata personalità.

Sono rare le occasioni in cui i registi, anche famosi e titolati non si compiacciono del loro maestro, del loro faro, pensiamo per esempio a Brian De Palma che per tutta la vita non ha potuto fare a meno di infilare il fantasma di Hitchcock in ogni sua produzione, Woody Allen con “Interiors” ci dimostra come possa bastare una sola volta per fare un unico grande film.

LA SCHEDA DEL FILM

INTERIORS (Usa, 1978)

Regia: Woody Allen
Con: Diane Keaton, Geraldine Page, E.G. Marshall, Maureen Stapleton, Kristin Griffith, Mary Beth Hurt, Sam Watertston
In dvd Metro-Goldwyn-Mayer.
Qualità audio/video sufficiente, compressione MPEG che a tratti affiora.
Anche qui troviamo solamente il film ed il trailer, come ha sempre voluto il regista per i suoi film.

data: 05/08/2007