dal 1999 testimone di un’evoluzione

John Cassavetes

Sperimentazione e rabbia

“I miei film sono l’espressione di una cultura che ha avuto la possibilità di raggiungere ogni soddisfazione materiale ma che allo stesso tempo si è trovata incapace di gestire il semplice esercizio di condurre una vita da essere umano”
John Cassavetes

A distanza di trent’anni, John Cassavetes, oltre ad aver creato un vero e proprio solco tra il cinema commerciale e quello indipendente, riesce ancora a mettere in riga tutti quei registi moderni che vendono cinema autoriale allungando i tempi delle pause, virando il colore della pellicola o facendo incomprensibili traballii con la macchina da presa.

Nell’America cinematografica baraccona, avara di stili e ricca di luci e passerelle, John Cassavetes è uno dei rari esempi di puro cinema “off”, quel cinema ormai scomparso che ci fa capire quanto la personalità e la materia umana siano fondamentali per la forza di un’opera cinematografica.

Se il cinema, quello vero, oggi è in via di estinzione, gustarsi un opera di Cassavetes in dvd può farci capire il perchè.

Di fronte a “Volti” (1968), “La sera della prima” (1978) “Assassinio di un allibratore cinese” (1976), tutti titoli distribuiti da Elle U, ci troviamo immersi in atmosfere intense, mature ed avvincenti.

Alla fine di ogni film di Cassavetes, da appassionati ci si chiede: “Ma come fa…? Qual’è il segreto…? Sembra tutto così semplice, a tratti anche povero, eppure…”

Evidentemente il segreto sta nella propensione a vivere un’esperienza di vita, nel caso di Cassavetes il cinema, come una scelta che nasce in modo spontaneo, naturale e non come l’espressione artefatta e vanitosa del cercare di essere quello non si è.

Nel cinema di oggi, l’acqua, anzichè lasciarla scorrere, la si vuole spingere a tutti i costi verso l’alto.

E’ per questa macchinazione vanagloriosa che oggi si riempiono i dvd di inutili contenuti speciali che ci spiegano che cosa significa interpretare una Ragazza del Coyote Ugly, oppure che cosa vuol dire girare un film come Jurassic Park 3 o Charlie’s Angels 2.

Nel cinema di Cassavetes la vanità non esiste, non esiste nulla che sappia di finto, di falso, di schematico.
Di fronte alla sua opera ci troviamo davanti alla purezza, all’essenza, alla naturalezza che nasce spontanea come la corrente di un fiume.

Anche il caos è naturale, mai caotico, mai ossessivo, mai strumento fine a se stesso.

Se di ego si tratta, quello di Cassavetes non è certo di tipo spielberghiano, troppo intento a cercare l’effetto stordente, piuttosto si avvicina di più a quello dei vari Orson Welles, Samuel Fuller, Buster Keaton; eroi solitari che tracciano la storia del cinema senza forse aver mai pensato di averci a che fare.

Se vediamo il movimento cinematografico di oggi i registi sono esattamente l’opposto, pupazzi incartapecoriti riempiti di schemi e modelli.
E’ così che le major vogliono i registi ed è così che il pubblico oggi si è abituato a vivere il cinema.

“Preferirei lavorare nelle fogne piuttosto che fare un film che non mi piace”
John Cassavetes

LA CARRIERA

John Cassavetes nasce a New York nel 1929 e muore a Los Angeles nel 1989.
Il suo primo film da regista è “Ombre” del 1960, girato in 16 mm, che viene considerato una pietra miliare nella nascita del cinema indipendente americano e tratta le relazioni interrazziali, tema caldo di quel periodo.
Le sue sceneggiature sono improvvisate dagli attori su un canovaccio essenziale. “Blues troppo tardivo” (1962) e “Gli esclusi” (1963) sono la prova che Cassavetes riesce a gestire anche produzioni più importanti con gusto e sensibilità.
Riceve la nomination all’Oscar per la performance come attore in “Quella sporca dozzina” (1967) e l’interpretazione in “Rosemary’s Baby” (1968) gli fa guadagnare abbastanza da riuscire a finanziare “Volti” (1968), che narra la storia di un matrimonio al collasso e
gli fa vincere la nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura.
“Mariti” (1970), “Minnie and Moskowitz” (1971) e “Una moglie” (1974) sono tutti piccoli drammi recitati dalla sua compagnia, la quale include la moglie Gena Rowlands e gli amici intimi, Ben Gazzara e Seymour Cassel.
Scrive e dirige anche “Assassinio di un allibratore cinese” (1976), “La sera della prima” (1977), “Gloria – una notte d’estate” (1980) e “Scia d’amore” (1984).

Firma la regia de “Il grande imbroglio” (1985), recita in alcuni dei suoi film (“Mariti”, “Scia d’amore”) e si limita ad apparire in “Quella sporca ultima notte” (1975), “Mikey and Nicky” (1976), “The Fury” (1978), “Incubus – Il potere del male” e “Di chi è la mia vita?”, entrambi del 1981, “La tempesta” (1982) e “Marvin and Tige” (1984). Dal suo lungo e solido matrimonio con Gena Rowlands sono nati tre figli: Nick(regista), Alexandra e Zoe (attrici).

OPERE USCITE IN DVD

– “Il grande imbroglio” 1985 (COLUMBIA TRISTAR)
– “La sera della prima” 1978 distributore (ELLE U)
– “Assassinio di un allibratore cinese” distributore 1976 (ELLE U)
– “Una moglie” 1974 distributore (ELLE U)
– “Volti” 1968 distributore (ELLE U)
– “Ombre” 1960 distributore (ELLE U)

© foto: Sony Pictures Television International

data: 13/10/2005