dal 1999 testimone di un’evoluzione

Senza lasciare traccia

(Penny)

DATI TECNICI: 16:9/ltbx 2.35:1 – DD 2.0 (ita)

Senza lasciare traccia è la promettente opera prima di Gianclaudio Cappai, quarantatrenne nato a Cagliari. Dopo i suoi primi cortometraggi si fa notare al pubblico più ricettivo nel 2006 con il coinvolgente cortometraggio “Purché lo senta sepolto”, vincitore di premi in importanti festival italiani. Alla Mostra del Cinema di Venezia del 2009 porta il suo secondo lavoro, il mediometraggio “So che c’è un uomo” riscontrando anche in questo caso enorme successo in vari festival internazionali. Era logico pensare ad un suo debutto nel lungometraggio, avvenuto tre anni fa con questa opera, un interessante dramma psicologico con venature thriller che vede coinvolti quattro personaggi interpretati da Michele Riondino, Valentina Cervi, Vitaliano Trevisan e Elena Radonicich.

Un brandello di famiglia sullo sfondo di una natura latente e stagnante come le giornate di Samuele, un bambino schizofrenico disorientato dal lutto paterno e desideroso di sperimentare puntigliosamente un riavvicinamento al padre. Lo asseconda Fabrizio, un uomo che tutti i giorni procura al piccolo gli animali morti necessari allo scopo. Con l’innocenza pura e sconsolata, tipica dei bambini, Samuele si illude di rimanere meno solo.

«Mi interessava evocare quel mondo infantile in cui un certo livello di angoscia è più propenso ad abbandonarci in uno stato di isolamento. Questa solitudine, nei bambini, è molto forte. Fin da piccoli si percepisce chiaramente la fragilità della vita, l’esistenza di quella cosa tremenda e ignominiosa che è la morte. Nel suo rituale assurdo, il bambino protagonista cerca di farne esperienza attraverso gli animali morti: il loro trapasso, ai suoi occhi, non è solo il tramite per comunicare con il padre, ma soprattutto è il mezzo per tollerare l’idea stessa della morte». (G. Cappai)

Dopo un fugace passaggio in sala è approdato in home-video alcuni mesi fa, grazie alla Penny Video, in una spettacolare edizione impreziosita da un packaging in digipack molto elegante. All’interno della confezione cartonata troverete, oltre ovviamente al dvd, un corposo libretto di 24 pagine ricco di curiosità, interventi critici, note di regia e un’intervista al regista ed alla produttrice Lea Tafuri, molto utile per approfondire ulteriormente l’opera. Il riversamento in digitale è pressoché perfetto, nel corretto formato panoramico e con un’ottima qualità di riproduzione. Considerando che il film è stato girato su pellicola a 16mm possiamo sorvolare su alcune indecisioni di riproduzione, soprattutto nella profondità dei neri mentre non è un difetto del dvd l’affiorare della grana, è strettamente legato al tipo di pellicola utilizzato. La codifica presente è in semplice stereofonia visto che non è stata realizzata una traccia multicanale ed è quindi corretto avere solamente a disposizione una traccia stereofonica, tra l‘altro di ottima resa generale e supportata da sottotitoli in inglese, portoghese e russo. Essendo un’edizione speciale non può mancare un’interessante sezione extra: è presente il commento audio del regista insieme al critico Roberto Silvestri oltre a due suoi cortometraggi, i già citati “Purché lo senta sepolto” e “So che c’è un uomo”. Il film merita che gli diate una chance, l’edizione DVD è perfetta, cosa aspettate ad acquistarlo?

VOTO:    5   

data pubblicazione: 05/2019