dal 1999 testimone di un’evoluzione

Medusa… tris d’Albertone

Grazie a Medusa, finalmente in dvd tre “titoloni” targati Alberto Sordi:

“Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” (1968), “Finchè c’è guerra c’è speranza” (1974) e il capolavoro di Nanny Loy “Detenuto in attesa di giudizio” (1971).

RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A RITROVARE L’AMICO MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO IN AFRICA?

Un dispotico ed annoiato editore romano, Fausto Di Salvio (Alberto Sordi), parte per l’Africa nera accompagnato dal fedele rag. Ubaldo Palmarini (Bernard Blier) alla ricerca del cognato Oreste Sabatini detto Titino (Nino Manfredi) scomparso da due anni.
In questa pellicola, diretta da Ettore Scola, Alberto Sordi interpreta la figura dell’italiano ricco nel terzo mondo.
Una divertente critica del provincialismo ed una serie di trovate comiche che ebbero un grande successo di pubblico, tanto da decretare il film campione di incassi della stagione 1968-69.

FINCHE’ C’E’ GUERRA C’E’ SPERANZA

Quando si scopre attraverso uno scoop giornalistico, che Pietro Chiocca (Alberto Sordi, che qui cura anche la regia) è un commerciante d’armi, i primi a disprezzarlo sono la moglie (Silvia Monti) e i figli, ma in seguito saranno proprio loro a non volere che cambi lavoro perché temono di perdere la conquistata ricchezza economica.
Simpatico e divertente, questo film sviluppa l’idea diffusa che le guerre si cominciano per qualche motivo, si combattono grazie ai trafficanti d’armi e che tutti i perbenisti non le vogliono.

DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO

Giuseppe Di Noi (Alberto Sordi), un imprenditore italiano residente in Svezia e giunto in Italia con moglie e figli per una vacanza rilassante, viene arrestato e incarcerato con l’accusa di omicidio. Sbattuto in una lurida cella, privo di mezzi e di informazioni, sperimenta sulla sua pelle tutta la durezza e la disumanità del carcere, subendo prepotenze e umiliazioni nell’attesa angosciante che qualcuno si occupi di lui.
Ispirato all’inchiesta televisiva “Verso il carcere” di Emilio Sanna, il film denuncia, attraverso le disavventure di un cittadino qualunque, gli eterni mali della giustizia italiana: un sistema lento, arretrato e dominato da una burocrazia farraginosa.
Il film, con la regia di Nanny Loy, è stato girato nel vecchio carcere di Ventotene, una delle tante isole che “ospitano” penitenziari. Il film è uno dei rari prison-movie italiani, un genere che è nato e si è poi largamente affermato negli Stati Uniti.

Per tutte e tre le edizioni ci sono pochissimi extra ma le qualità audio e video sono ottime.

Foto dal film “Detenuto in attesa di giudizio”

data: 21/02/2006