dal 1999 testimone di un’evoluzione

Mario Camerini, maestro della commedia italiana, debuttò nel cinema ai tempi del muto mentre questo “Gli uomini, che mascalzoni…” fu una delle sue prime prove con il cinema sonoro, di certo una delle più riuscite. La pellicola, che partecipò alla I Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, fu anche uno dei primi successi dell’attore teatrale Vittorio De Sica e rese celeberrima la canzone “Parlami d’amore Mariù” cantata da Cesare A. Bixio. “Bruno, autista e meccanico di un ricco signore milanese,

Andre Davis è un detective del Dipartimento di Polizia di New York che, dopo la morte di due poliziotti e la scoperta di una gigantesca cospirazione, si lancia in una vera e propria caccia all’uomo. Durante la notte il confine tra inseguiti ed inseguitori diventa sempre più labile e mentre le ricerche s’intensificano Andre, più che mai deciso ad arrivare alla verità, farà chiudere tutti i ventuno ponti dell’isola per evitare che i killer fuggano da Manhattan… ma sarà una

“Nell’Alabama razzista dei primi Novanta, un avvocato idealista che ha rinunciato a facile carriera per difendere i condannati a morte incastrati da processi non regolari, prende a cuore il caso di un afroamericano totalmente estraneo all’omicidio di un’adolescente ma sacrificato in nome della “tranquillità” della comunità. Storia vera, ed ennesimo esempio di cinema civile, utile e un po’ donchisciottesco che onora senza scorciatoie (mezz’ora in meno ci stava tutta) la manualistica del genere. Niente è davvero fuori posto, ma nulla

Pazza di gioia di Carlo Ludovico Bragaglia è una commedia “telefoni bianchi” ed ora cercheremo di approfondire questo sotto genere, da tanti anni rimasto nel dimentcatoio. Dal booklet interno: “Il film si apre al centro del fatidico luogo di incontro, un hotel di lusso. Gli arredi delle pellicole d’epoca sono spesso al centro delle stori diventando veri e propri protagonisti, non per niente il genere dei “telefoni bianchi” viene definito anche “cinema déco”. Lo sfarzo e il lusso così come

Lancillotto e Ginevra è una riuscita ed intelligente rilettura incentrata principalmente sull’amore che Lancillotto prova nei confronti di Ginevra - moglie di Re Artù - firmata dal maestro del cinema mondiale Robert Bresson, autore di vere e proprie colonne portanti della storia del cinema, una su tutte “Pickpocket” del 1959. In Italia era già uscita, diversi anni fa, un’edizione DVD pubblicata da San Paolo (che pubblicò praticamente anche tutti gli altri titoli in valide edizioni) ma con qualche problema tecnico