dal 1999 testimone di un’evoluzione

Ostia

(Mustang)

DATI TECNICI: 16:9/ltbx 2.35:1 – DD 2.0 dm (ita)

“Nata sotto l’ovvia egida di Pier Paolo Pasolini, il cui nome è accreditato nei titoli al soggetto, alla sceneggiatura e alla «supervisione tecnica e artistica», l’opera prima di Sergio Citti, Ostia (1970), ritorna al pasolinismo cinematografico più originario, quello del sottoproletariato romano e dell’approccio lirico, critico e analitico. […] Prendendo evidente spunto dal rapporto di Sergio col fratello Franco, volto indimenticabile che fu protagonista di Accattone (Pier Paolo Pasolini, 1961) e che legò in modo indissolubile la propria carriera al percorso cinematografico del poeta friulano, Sergio Citti propone infatti una coppia di fratelli come protagonisti che sostanzialmente perdono tempo tra un furto e l’altro nel deserto antropologico di una Roma periferica. A fianco di Franco Citti ritroviamo Laurent Terzieff, che già era stato un «ragazzo di vita» in La notte brava (Mauro Bolognini, 1959). Se la loro radice è popolare e verace, di contro l’operazione condotta da Citti è di astrazione e riflessione, a partire dalla scansione dei dialoghi, che spesso procedono per luoghi comuni meccanici e nonsense. Collocati in un paesaggio spettrale in cui campeggiano bizzarri edifici spesso a forma di torre (una sorta di tempo moderno che è anche non-tempo, Medioevo contemporaneo e in qualche modo assoluto), i due sono inquadrati in una serie di vicissitudini che conservano qualche margine di debito anche nei confronti del Teatro dell’Assurdo, specie nella lunga introduzione al racconto, caratterizzata dall’adagiarsi in una narrazione di poche location e di azioni numericamente ridotte e allungate. È racconto del tempo perso, del confronto silenzioso, dell’assenza di parola in una condizione esistenziale che di per sé costituisce nonsense. È un nonsense di radice popolare, dovuto a quello che Pasolini definì «genocidio culturale», dove le peculiarità di un mondo pre-industriale sono spazzate via da un progresso omologante che non prevede spazi per chi non sa/può/vuole adeguarsi.” estratto della recensione di Massimiliano Schiavoni per quinlan.it

Edizione Mustang preziosa visto che l’opera prima di Sergio Citti era ancora assente per il mercato home-video italiano. L’edizione è deficitaria dal punto di vista grafico adottato per fascetta e menu, ma per fortuna è convincente per quanto riguarda la qualità tecnica. Il master utilizzato è valido, non sono presenti dati tecnici su un eventuale restauro ma le immagini sono definite con un quadro discretamente stabile, una resa cromatica convincente e mantenendo l’aspect-ratio panoramico originale di 2.35:1. Solo in alcuni brevi passaggi abbiamo notato una flessione della definizione. Più che buona anche la traccia audio in dual mono, leggermente chiusa ma nel complesso promossa. Sezione extra composta dall’interessante intervista al regista e sceneggiatore Giancarlo Scarchilli (25’) e dal trailer originale dell’epoca.

VOTO:    4,5   

data pubblicazione: 04/2024