dal 1999 testimone di un’evoluzione

Dalla commedia al noir, dall'horror alla fantascienza in queste ultime settimane di programmazione cinematografica stiamo assistendo ad una piacevole sfornata di film interessanti che hanno tutti un curioso comune denominatore: l'assoluta mancanza di vere e proprie star all’interno del loro cast. Sarà forse che senza i grandi nomi si ragiona meglio, si progetta con maggiore

James Gray è un regista da seguire sempre con enorme interesse. Opera prima folgorante: Little Odessa è un noir che non si dimentica, un grande film ed un cast stellare (Tim Roth, Vanessa Redgrave, Edward Furlong) in forma smagliante.

Se la cultura in Italia si chiama Placido e Tornatore, come dare torto ad un ministro che si lamenta dei soldi spesi invano per finanziare progetti cinematografici? C'è chi, aggrappandosi agli specchi giustifica l'importanza dei finanziamenti alla cultura citando i grandi capolavori dall'irrisorio incasso come il "Casanova" di Fellini, "L'avventura" di Antonioni o "Umberto D"

Una premessa è d'obbligo: in molti hanno gridato al capolavoro assoluto dopo aver visto quest'ultima opera firmata Darren Aronofsky, sono arrivati premi a pioggia, tutti ad incoronare il redivivo Mickey Rourke

Mentre la tecnologia 3D sembra destinata a spostarsi presto anche sui televisori di casa - di recente un annuncio di Sony parla di nuovi imminenti televisori capaci di riprodurre immagini a tre dimensioni, il tutto per rilanciare vendite e per combattere la crisi dei consumi - il futuro in sala o meglio i "Segnali