dal 1999 testimone di un’evoluzione

La saga dedicata all’agente segreto James Bond, partita nel lontano 1962, arriva ad un punto di svolta proprio con questo No Time to Die, venticinquesimo e ultimo film interpretato da Daniel Craig. Chiude un ciclo e forse l’intera saga, che sicuramente sarà rilanciata ma prevediamo per il futuro un James Bond pre e post No Time to Die. Non possiamo fare altro che aggiungere che quest’ultima pellicola, firmata da Cary Fugunaka, primo americano a dirigere un film della saga e

Supernova, uscito nel 2020, diretto da Harry Macqueen (alla sua opera seconda) ed interpretato dalla coppia Colin Firth e Stanley Tucci ha diviso letteralmente critica e pubblico. Anche se non particolarmente originale è un film che consigliamo di vedere, è un toccante e profondo inno alla vita ed all’amore, interpretato da una coppia di attori in stato di grazia.

“La premessa è intrigante. In una Miami del futuro invasa dalle acque dell’oceano, sommersi e salvati vivono divisi da un muro che protegge i baroni, che restano protetti e all’asciutto, da tutti gli altri che si ritrovano in una sorta di laguna da attraversare con barchini, passerelle e stivali. C’è stata una lunga guerra di confine, ma l’esito è un mondo ancor più polarizzato e… umido. Nick Bannister, con la sua assistente Watts, è un ex soldato, che gestisce un’attività

“Adattamento per il cinema del racconto fantascientifico The Seventh Victim di Robert Sheckely, La decima vittima è un film realizzato nel 1965 da Elio Petri. Ebbe un iter produttivo piuttosto tormentato tanto che Carlo Ponti ne rivoluzionò completamente e più volte il progetto iniziale, scritto da Petri insieme a Tonino Guerra ed Ennio Flaiano. Opera dal fascino sgargiante, pittorica e decisamente pop, La decima vittima è un pamphlet graffiante e coloratamente corrosivo, una denuncia contro il sistema capitalistico e contro

Lech Majewski, un regista unico, un UFO che si avvicina al cinema odierno con uno stile visivo e narrativo assolutamente originale. È nato a Katowice, Polonia, nel 1953, poi ha vissuto per molti anni in Inghilterra e negli Stati Uniti. Sempre affascinato dal mondo della pittura e dopo aver girato numerosi film a partire dagli anni Ottanta, nel 2004 realizza “Il giardino delle delizie”, tratto dal suo romanzo “Metaphysics” ispirandosi all’omonimo dipinto di Hieronymus Bosch che è il primo tassello

“Malignant, film diretto da James Wan, racconta la storia di Madison, una donna che ha delle terribili visioni, nelle quali assiste inerme a dei violenti omicidi. Madison rimane ancora più sconvolta quando scopre che queste immagini non sono solo nella sua testa, ma sono eventi che accadono realmente nel momento in cui lei li vede. Scioccata da questa cosa, la donna cerca di capire chi sia il sadico omicida che uccide brutalmente. È così che Madison scopre il nome di

“Maurice Legrand, cassiere parigino senza qualità e pittore dilettante, vive una misera esistenza vessato da colleghi e consorte. Una notte si apre uno spiraglio, grazie all’incontro in strada con una giovane donna, Lulù, di cui si innamora. Disposto a tutto per questa passione Legrand arriva a sottrarre denaro dal posto di lavoro decretando il suo inesorabile declino…”. Il primo capolavoro di Renoir è una felice miscela di realismo sociale, dramma grottesco e amaro umorismo. Accolto all’epoca in modo controverso, riesce a

“25 anni dopo il primo Space Jam, LeBron James prende il posto di Michael Jordan e scende sul parquet più assurdo e comico del cinema americano per vivere un'avventura che saccheggia l'intero archivio della Warner. Nel 1996 un'operazione di merchandising come Space Jam serviva alla Warner per avvicinare i giovani dell'epoca alle creature più famose del proprio repertorio animato e per prendere una fetta di appassionati di basket, in quegli anni galvanizzati dal ritorno sui campi di Michael Jordan e

È uno dei film italiani più iconici e divertenti in assoluto… Lo chiamavano Trinità è uno dei capolavori del genere spaghetti western in versione comico-grottesca che consacra la coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill nei panni di Bambino e Trinità a far parte della storia del cinema. Nel 2020 il film ha compiuto la bellezza di cinquant’anni e c’era cosa migliore se non festeggiarlo in grande con un nuovo restauro? Realizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con

“Un César come miglior esordio e la candidatura per la Francia agli Oscar (oltre a una nomination ai Golden Globes) hanno consacrato il primo lungometraggio di Filippo Meneghetti, veneto classe 1980, formato negli Stati Uniti, diplomato al Centro Sperimentale e ora attivo in Francia. È lì che è ambientato Due, in una città come tante, dove le dirimpettaie Nina e Madelaine condividono da vent’anni un amore che la loro età matura aiuta a nascondere.”. Incipit della breve recensione di Paolo