dal 1999 testimone di un’evoluzione

L’opera prima di Paola Cortellesi nei panni (anche) da regista ha letteralmente diviso, più la critica che il pubblico, visto che ha riscosso un enorme successo al botteghino entrando nella lista dei film italiani che hanno incassato di più nella storia… ben 36,6 milioni di euro - al 9° posto della top ten del box office italiano di tutti i tempi e 5° tra le produzioni nazionali - e ancora adesso, con l’uscita in molti paesi europei, sta di nuovo

Paolo Mereghetti chiude così la recensione per il Corriere della Sera dell’ultimo film “americano” di Luca Guadagnino: “Guadagnino tiene perfettamente in mano le due storie, concedendosi ogni tanto di svelare qualcosa sull’una e sull’altra. E siccome le partite di tennis se non sono giocate davvero rischiano di sembrare ripetitive (al film interessa mostrare solo come tutti e tre siano bravi e per questo la tecnologia digitale aiuta molto), l’attenzione del regista è tutta verso le tensioni erotiche che si accendono

Alexander Payne lo scoprimmo nel lontano 1999 con il bellissimo e feroce “Election”, da lì in poi l’abbiamo sempre seguito con enorme interesse poiché lo consideravamo un regista/autore dalle enormi potenzialità. A distanza di venticinque anni possiamo affermare che il regista di Omaha non ci ha deluso, anzi… ha firmato pellicole memorabili come “Paradiso amaro” nel 2011 e “Nebraska” nel 2013, ed anche film forse meno riusciti ma comunque molto interessanti come “A proposito di Schimdt” (2002), “Sideways - In

“Sol, sette anni, viene accompagnata dalla mamma nella grande casa del nonno, per aiutare le zie e i cugini a organizzare la festa di compleanno a sorpresa per l’amato papà, un giovane pittore malato. Mentre la luce del giorno svanisce, un’atmosfera strana e caotica prende il sopravvento e l’arrivo dei numerosi amici e parenti mette a dura prova i legami che tengono unita la famiglia. Con il passare delle ore, nella piccola Sol cresce l’impaziente attesa per la celebrazione del

“Wim Wenders viene incaricato di girare un documentario sulla moda da parte del centro Pompidou di Parigi. Supera la sua diffidenza iniziale verso il mondo della moda e decide di incontrare lo stilista giapponese Yamamoto. Ne esce fuori un incontro tra due personalità, che diventa un profondo scambio di riflessioni sull’uomo e sulla vita. Wenders riesce a creare un parallelismo tra il mondo del cinema e quello della moda caratterizzati come sono dal fatto di essere veicoli, potenti, di comunicazione.