dal 1999 testimone di un’evoluzione

È passata in sordina al suo passaggio nelle sale l’ultima opera del regista russo Andrej Končalovskij, presentata alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2016 dove gli è stato assegnato un Leone d’Argento speciale per la regia, ma è indubbiamente un’opera da non perdere. La pellicola racconta la Seconda Guerra Mondiale tramite tre storie che si intrecciano tra di loro, un film duro ma necessario e che grazie a questo stile rarefatto ed essenziale aggiunge qualcosa di nuovo sull’argomento.

“All'inizio degli anni Novanta il giovane Mariano Baino fece un gran parlare di sé all'interno del circuito horror indipendente (non in Italia, però): filmaker con all'attivo un cortometraggio di successo prodotto in Inghilterra (Caruncula, 1990), nel 1994 realizza grazie a capitali inglesi e russi il suo primo e ad oggi unico lungometraggio, Dark Waters. Secondo alcuni si tratta del più importante horror degli ultimi quindici anni, per altri invece è un noioso e sovrastimato prodotto di serie B: la verità

“Non può essere un caso se anche il cinema americano indipendente sta iniziando (o tornando, dopo gli anni d’oro dei Penn, degli Hasby, dei Mulligan) a confrontarsi con i grandi temi sociali che attraversano l’America. A diventare più direttamente e orgogliosamente politico. Non solo come possibile reazione a Trump e all’idea di società che veicola (due anni di presidenza più uno di campagna elettorale sono già un tempo possibile per accendere le prime, possibili «risposte» cinematografiche) ma come una più

È un vero e proprio cult questa pellicola firmata Lina Wertmüller uscita nelle sale italiane nel lontano 1974. Cult grazie soprattutto all’indimenticabile e strepitosa performance della coppia d’attori formata da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato anche se purtroppo la filmografia dell’eclettica regista romana, accompagnata sempre dai suoi caratteristici e ormai iconici occhiali da vista bianchi, è stata per anni bistratta da una parte della critica… Recuperate questo film, è ancora oggi fresco e spumeggiante come nel 1974, anzi sta invecchiando

“Siamo a Los Angeles e accanto agli umani vivono i pupazzi, solo che tra i due non corre buon sangue, c’è diffidenza dai primi verso i secondi. Quando una serie di morti che hanno a che fare con l’industria dello spettacolo attira l’attenzione della polizia una donna pupazzo si rivolge ad un investigatore privato per fare chiarezza.Se si scambiano pupazzi con cartoni animati, e se si mette un umano nei panni del detective invece di un pupazzo, è esattamente la

“Il film nasce da una frase di Talleyrand, messa nel film come un’epigrafe, nero su bianco, alla fine dei titoli di testa muti. È una frase non letta ma sentita, da molto tempo. Io sono borghese fino alle cellule più infinitesimali, sono socialmente un borghese, e questa frase mi intrigava molto: «chi non ha conosciuto la vita prima della rivoluzione non sa che cosa sia la dolcezza di vivere». Dunque, la prima cosa che mi colpiva ai tempi in cui

Prosegue spedita la collana realizzata da Shockproof e dedicata ad importanti film di genere del periodo Sessanta/Ottanta, per l’occasione con un titolo ancora assente in home-video italiano e che finalmente fa il suo debutto con questa grandiosa edizione DVD. Stiamo parlando del film di fantascienza con venature catastrofiche diretto dall’esperto regista televisivo Joseph Sargent, che da questo film in poi ci ha regalato pellicole di notevole importanza come “Il colpo della metropolitana” solo per citare il suo film più famoso.

Le stagioni del cuore, film del 1984 diretto da Robert Benton (Kramer contro Kramer) fece aggiudicare l’Oscar come migliore attrice a Sally Field ed allo stesso Benton, autore anche della sceneggiatura originale. Senza alcuna nomination ci piace comunque ricordare la bellissima, calda fotografia di Nestor Almendros. “Benton si ispira a ricordi personali, evoca il mondo di William Faulkner e di Thornton Wikler, non perde le fila dell’intreccio e sa bilanciare l’obbligatoria spettacolarità con notazioni toccanti che vanno al di là

Questo film è un oggetto decisamente strano… Diretto ed interpretato da Terence Hill è un sorta di viaggio fatto di ricordi del passato, un film-summa che raccoglie tutte le emozioni, le opere fatte, la vita dell’attore diventato celebre in coppia a Bud Spencer, a cui il film è dedicato. A tratti decisamente emozionante, è un film difficile da decifrare ma che vi consigliamo di vedere o acquistare, una pellicola che nonostante il budget risicato e qualche ingenuità riuscirà a scaldarvi

“Film dopo film, Nuri Bilge Ceylan ci offre il ritratto sempre meno ottimista di una Turchia che fatica a confrontarsi con la modernità e a scrollarsi di dosso il peso di un passato soffocante. Mai, però, lo aveva fatto con la radicalità di questo «L’albero dei frutti selvatici», presentato all’ultimo festival di Cannes in un orario (la sera prima dei premi, alla fine di una giornata con altri due film in concorso) che di fatto ha impedito a tutti di