dal 1999 testimone di un’evoluzione

“Yoshimi Matsubara è una donna che ha appena divorziato con il marito e contro il quale sta cercando di vincere l’affidamento di sua figlia Ikuko. Intanto le due vanno a vivere in un appartamento vicino all’asilo della bambina. Inizialmente la situazione sembra andare bene, l’unica pecca dell’appartamento è che c’è una perdita d’acqua nel loro soffitto, ma dopo un po’ strani eventi inizieranno ad accadere e tutti questi saranno legati a una misteriosa ragazzina dai lunghi capelli neri.”

Dopo la rottura del loro sodalizio professionale e un lungo periodo di silenzio, Antonio (Dimartino) ricontatta Lorenzo (Colapesce) per un nuovo, misterioso e affascinante progetto. Questa volta la musica non c’entra, ma la posta in gioco è così alta da smontare l’iniziale diffidenza di Lorenzo e la scadenza così stretta da trascinare i due amici in una spericolata, quanto temeraria, corsa contro il tempo in cui le sorprese non finiscono mai. E Antonio e Lorenzo dovranno fare i conti con

“Dhont è un regista che conosce le sfumature, che predilige il non detto e sa raccontare l’affacciarsi dei primi turbamenti sessuali senza usare nemmeno una parola: bastano gli sguardi dei due ragazzi (davvero straordinari, con una menzione speciale per Dambrine: se vincesse la Palma del miglior attore non ci sarebbe da meravigliarsi) per spiegare quello che li agita, uno alle prese con la trasformazione dell’amicizia in qualcosa di diverso, l’altro obbligato a fare i conti con la paura di essere

Un’adolescente testimone della morte dei genitori e ricercata dalla polizia, un ex drogato che la salva dal suicidio, un misterioso "decapitatore"… Aura è una ragazza con tanti problemi: figlia di romeni immigrati, soffre di anoressia. Un giorno si sente male e viene soccorsa da David, un giornalista televisivo, che la riporta a casa sua. Qui Aura assisterà inerme all’assassinio dei suoi genitori per mano di un terribile killer che agisce decapitando le vittime. La ragazza è terrorizzata, ma la polizia

“Princess è una giovane clandestina nigeriana che vende il proprio corpo ai margini di una grande città. Come un’amazzone a caccia, si muove in una pineta che si estende fino al mare, un bosco incantato in cui rifugiarsi, nascondersi dalla vita, guadagnarsi il pane quotidiano. Per sopravvivere deve fiutare l’odore dei soldi, schivare pericoli e sentimenti, un cliente dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Finché un giorno litiga con le amiche con cui condivide la strada e incontra un uomo

Iniziata nel 1955 con una fugace coabitazione, Werner Herzog ha avuto con Klaus Kinski (1926-1991) un'intensa e tempestosa frequentazione di cui sono frutto cinque film girati insieme. A qualche anno di distanza dalla morte del grande attore tedesco, Herzog ha intrapreso un lungo viaggio filmico a ritroso, incontrando persone che hanno conosciuto Kinski e recandosi nei luoghi della loro collaborazione. Per consegnarci questo straordinario documento che ricostruisce uno dei sodalizi artistici più importanti del cinema contemporaneo, un'amicizia-inimicizia contraddistinta da un

"Busan, Corea del Sud. Jang Hae-joon è il detective incaricato delle indagini sulla morte di Ki Do-soo, un ufficiale dell’immigrazione caduto dalla cima di una montagna sulla quale era solito arrampicarsi nel tempo libero. Sembrerebbe trattarsi di suicidio ma alcuni indizi fanno sospettare della moglie cinese dell’uomo, Song Seo-rae. Il fascino della donna metterà a dura prova l’integrità del poliziotto, già provato da problemi di insonnia e da un rapporto tutt’altro che appagante con la moglie. Con Decision to Leave [He-eojil

“Dopo il mediometraggio “Le avventure del ragazzo del palo elettrico”, il regista giapponese Shinya Tsukamoto ne riprende parte delle tematiche e dello stile nel realizzare “Tetsuo: The Iron Man”, il suo lungometraggio più celebre. “Tetsuo” girato nel 1989 e primo di una trilogia che proseguirà nel 1992 con “Tetsuo II: Body Hammer” e nel 2009 con “Tetsuo: The Bullet Man, è un incubo allucinato, dalle immagini visionarie ed inquietanti, dove Tsukamoto crea il proprio linguaggio filmico con un montaggio fulmineo

“Un suono, EO. E-O. EEE-OOO. Un verso. Un'esternazione. È un accento. Non è soltanto una voce. È uno strepito. L'urlo, titolava un film – magnifico - di Skolimowski di tanti anni fa (in italiano L'australiano). Questo ciuchino grida. L'asino di Jerzy Skolimowski, che guarda al Balthazar di Bresson unicamente in qualità di immagine votiva, crede alle preghiere e alle lacrime. Crede nella forza e nella determinazione. Crede, eccome!, nello sguardo. EO, così onomatopeicamente si chiama la bestia, attraversa la vita

Nel suo negozio la Befana riceve gli ordini per i doni della notte del 6 gennaio. Il suo assistente, il perfido dottor Scarafoni, la costringe a letto con una falsa influenza per prendere in mano la situazione. Il suo scopo è di arricchirsi servendo solo i figli dei clienti facoltosi. Francesco, povero ed orfano, sa che non vedrà esaudito il suo desiderio di avere in dono il trenino "Freccia Azzurra". Ma nel negozio i giocattoli, capita la situazione, decidono di