dal 1999 testimone di un’evoluzione

Nel formato stretto scelto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch per la trasposizione di Le otto montagne di Paolo Cognetti c’è una scelta stilistica e produttiva chiara (e lodevole): evitare la deriva del film illustrativo e la celebrazione della bellezza paesaggistica della Valle d’Aosta. C’è, ancora, l’intenzione di girare un film d’autore da un romanzo premio Strega per proiettarlo – a partire dalla coproduzione che riunisce Italia, Francia e Belgio – in una dimensione il più possibile europea; un

Da un maestro indiscusso dell’erotismo, Nagisa Oshima (Ecco l’impero dei sensi, Furyo), con Takeshi Kitano (Brother, Tokyo Eyes, Hana-bi - Fiori di fuoco, Johnny Mnemonic) e la splendida colonna sonora del premio Oscar Ryuichi Sakamoto (Occhi di serpente, Piccolo Buddha, L’ultimo imperatore, Furyo) un film elegante e sensuale, sospeso tra storia e leggenda. Un magnifico affresco in cui sguardi di seduzione e passione si mescolano alle arti della lotta e della guerra.

Come si fa a non amare il cinema dei fratelli Dardenne? Fin dalla loro prima opera di finzione “La promesse” si era capito che avevamo di fronte due autori immensi che con il loro lavoro avrebbero migliorato la vita di tanti. Opere seminali come “Rosetta”, “Il figlio”, “Il matrimonio di Lorna”, “Il ragazzo con la bicicletta”, “Due giorni, una notte” fanno dimenticare qualche passo meno felice della loro immensa carriera. Forse sì, le ultime sono meno ispirate e meno riuscite,

“Smodatamente dimostrativo. Perché la febbre del cinema si deve vedere e sentire, perciò facciamola vedere e facciamola sentire con un turbinio di pianisequenza e con l’accumulo. Rozzamente cinefilo. Perché la cinefilia serve a manifestare un amore, e un amore giusto per di più, dunque è bene non lesinare sull’omaggio e sulla citazione. Mediocremente smaliziato. In quanto Hollywood, per chi lo ignorasse, è fondata sull’ipocrisia e sul cinismo che soffocano il cuore, e allora via libera alle miserie. Popolare e nostalgico

Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza. Entrati nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani. Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi tragedie. “Comincia veramente bene Les Amandiers (in Italia esce con il titolo inglese Forever Young), nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi, per la seconda volta in